In merito alle notizie di stampa che preannunciano un’offerta da parte di Rheinmetall per l’acquisto di una quota di minoranza di Oto Melara vorremmo condividere alcune considerazioni.
In campo terrestre l’Esercito Italiano dovrà, nei prossimi anni, sostituire tutti i mezzi cingolati. Si parla di una commessa di oltre 2 miliardi di euro. Oto Melara è in grado di fornire il sistema d’arma (la torretta) ma circa 15 anni fa ha abbandonato la progettazione dei veicoli cingolati e non è nemmeno più in grado di produrli in quanto 4 anni fa ha esternalizzato il reparto dove venivano eseguite le lavorazioni meccaniche.
Questi errori aziendali del recente passato impongono oggi a Oto Melara di trovare un partner, in grado di fornire la parte del veicolo cingolato, sul quale integrare la propria torretta per partecipare alla gara di rinnovamento dei mezzi per l’Esercito italiano.
Inoltre lo stesso scenario geopolitico europeo attuale impone di trovare alleanze nel settore della difesa, con l’obiettivo di arrivare ad una Forza Armata comunitaria.
Sul navale Fincantieri ha creato la JV Naviris con i francesi di Naval Group e ha siglato un accordo di collaborazione con gli spagnoli di Navantia. Per concludere il consolidamento europeo in ambito navale mancherebbero i tedeschi; questa opportunità potrebbe scaturire dal tentativo di Fincantieri di trovare con Rheinmetall un accordo di collaborazione con i cantieri Thyssenkrupp.
Proprio in questo ambito di ridefinizione della difesa europea si potrebbe inserire, da una posizione che deve rimanere garantita dalla proprietà italiana, la discussione delle alleanze per Oto Melara e Wass, sia sul settore navale e underwater che in merito all’ingresso dell’Italia nel consorzio per il carro europeo sul terrestre. Rheinmetall si è fatta avanti in audizione presso la commissione Difesa della Camera prospettando una collaborazione con Oto Melara e Wass, che si concretizzerebbe con l’ipotesi di un eventuale acquisto di una quota di minoranza del 49%, lasciando il 51% italiano. Dalla stampa (quindi da verificare) abbiamo appreso l’intenzione di presentare un piano industriale ben dettagliato che preveda lo sviluppo congiunto di un modello proprietario di carro europeo, in alternativa a quello sviluppato da KNDS e la fornitura di questo prodotto non solo per il mercato italiano, ma per tutti i clienti del consorzio Rheinmetall-Oto Melara, oltre alla garanzia del mantenimento della progettazione, lo sviluppo e la produzione negli stabilimenti italiani.
Rheinmetall, che è il primo produttore europeo di sistemi terrestri, non può rimanere fuori dal progetto del carro europeo. Presentarsi come alternativa a KNDS con un progetto realizzato in cooperazione con Oto Melara rappresenterebbe per entrambe le società un’occasione unica per avere un ruolo di primissimo piano in Europa.
Quindi una Oto Melara-Wass nella forma di una newco, con socio di maggioranza la Holding Fincantieri, rappresenterebbe un efficace punto di partenza della costituzione di un Polo della Difesa italiano, leader sul mercato nei settori navale, subacqueo e munizionamento e pronto ad entrare nel consorzio del carro europeo nel settore terrestre. Queste alleanze industriali permetterebbero a tutti gli attori di condividere un mercato europeo e mondiale mettendo a fattor comune le rispettive competenze, facendo massa critica e avendo la necessaria forza commerciale non solo in Europa ma anche a livello globale. Tutti avrebbero vantaggi in termini di razionalizzazione dei costi da una parte e dal condividere i propri mercati dall’altra.
I nuovi vertici di Fincantieri non hanno escluso una simile ipotesi e anche la politica sembra condividere una simile idea.
Come Uilm riteniamo che questo sia il momento di fare delle scelte, perché Oto Melara/Wass non possono presentarsi impreparate all’appuntamento per la definizione della Difesa europea e alla gara di appalto per il rinnovamento dei mezzi cingolati dell’esercito. Rimanere all’interno di Leonardo nelle condizioni attuali, senza investimenti e con l’azienda che non crede nel nostro business (ma, anzi, se ne vuole liberare) significherebbe essere destinati ad un veloce declino.
Naturalmente il nostro assenso a qualunque soluzione è subordinato ad un’attenta valutazione del piano industriale e delle prospettive di crescita che ci verranno presentate, stabilendo fin da ora che non accetteremo ipotesi che non prevedano una governance italiana, il mantenimento delle competenze tecnologiche, della progettazione, dei siti e dell’occupazione.
Graziano Leonardi
Segretario generale della Uilm La Spezia