A seguito del Tavolo di Consultazione della Pesca e dell’Acquacoltura del 21 dicembre, durante il quale si è discusso lo schema di decreto ministeriale sull’arresto nazionale temporaneo obbligatorio per l’anno 2022, Coldiretti Impresa Pesca esprime parziale soddisfazione per i numeri raggiunti, migliori sicuramente di quanto previsto, ma richiede che i periodi proposti vengano rivisti con una diversa articolazione temporale per permettere la sostenibilità economica sui mercati nonché un reale risultato scientifico, scopo per il quale è nata la misura. Una richiesta che negli anni le marinerie hanno sempre avanzato, evidenziando come il continuo aumento delle giornate di fermo pesca rischi di far chiudere molte imprese, con conseguente perdita di posti di lavoro. Si registra, inoltre, un’eccessiva disparità nel numero di giornate tra classi di lunghezza delle imbarcazioni che esercitano la stessa tipologia di pesca e con le stesse modalità, una disparità che sta creando problemi all’interno dei diversi segmenti delle marinerie e per il quale si propone di fare una media nel numero di giornate in modo da avere per tutti lo stesso numero di giorni aggiuntivi o, perlomeno, una differenza accettabile.
“E’ necessario trovare un sistema diverso dall’attuale fermo biologico, che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie, ma anche delle esigenze economiche delle marinerie. –afferma Daniela Borriello, Responsabile Coldiretti Impresa Pesca Liguria– Dobbiamo tutelare la nostra produzione e, soprattutto, un settore già duramente colpito dalla pandemia che ha registrato cali del fatturato con picchi fino al 55%. Come Coldiretti Impresa Pesca insisteremo, inoltre, sulla possibilità di utilizzare il sistema della Cisoa anche per le giornate di fermo aggiuntivo obbligatorio. Capitolo a parte avrà invece il tema del gambero viola e rosso, eccellenza del nostro territorio che va difesa a spada tratta; abbiamo già avanzato delle richieste in base alle prime proposte di bozza di decreto illustrate al tavolo. Sarà tema di discussione in un prossimo incontro con il Ministero”.
“E’ necessario intervenire per tutelare la produzione di pesce 100% Made in Italy –affermano Gianluca Boeri, Presidente Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale- La riduzione delle giornate di pesca impone un sistema di attività d’impresa rigido ed obsoleto, e vanifica la gestione flessibile, efficiente nonché in piena sicurezza del lavoro da parte delle imprese. La nostra flotta, che sta già subendo le difficoltà della pandemia, non può pagare le conseguenze di scelte non correttamente misurate, che comprometterebbero il futuro di un comparto dove il ricambio generazionale già di per se non è agevolato. Senza pescherecci non può esserci il vero Made in Italy e si rischia, peraltro, di aprire le porte a prodotti esteri che non hanno le stesse garanzie di sicurezza di quelli tricolori”.