1) Demografia
Il 2012 ha registrato a livello provinciale (ultimo dato disponibile al 30.11.2012) una sostanziale tenuta della popolazione (+54 unità: 218.702 abitanti nel 2011, 218.756 nel 2012). Il leggero incremento è dovuto al saldo migratorio positivo (+1.326) rispetto al saldo naturale negativo (-1.272). Dei 32 comuni della provincia 17 registrano, nel raffronto 2011 2012, saldi negativi: i comuni con maggiore flessione sono Lerici (-74), Porto Venere (-54) e Ameglia (-42). Quindici i comuni che registrano un incremento dei residenti: tra questi la crescita maggiore ha riguardato Santo Stefano Magra (+182) e Follo (+74).
Dai dati relativi ai censimenti si evidenzia che nell'arco di 40 anni la Provincia ha perso 25.105 residenti. Il saldo negativo è causato dal calo di residenti nell'area del Golfo e della Riviera parzialmente compensato dall'incremento dei residenti in Val di Magra e Val Di Vara.
2) Dinamica delle imprese
Nel 2012 il numero delle imprese attive in provincia della Spezia si è ridotto di 45 unità (17.924). Analizzando i singoli settori, si nota come in valori assoluti le imprese del comparto manifatturiero hanno sostanzialmente tenuto (da 1649:a 1642). Il raffronto 2011 - 2012 rileva invece un +2,7% nelle attività di alloggio e ristorazione (+53 unità, da 1957 a 2010). Lieve flessione per il settore del commercio pari a -0,4%: da 4930 imprese nel 2011 a 4912 nel 2012. Inversione di tendenza rispetto al trend degli anni precedenti, per le costruzioni (-1,3%). Incremento invece per le attività immobiliari (+1,4%, 11 imprese in più nel 2012 per un totale di 784).
In forte calo il numero delle imprese artigiane che diminuiscono di 100 unità (da 5932 nel 2011 a 5832 nel 2012). La riduzione più consistente rispetto all'anno precedente si registra nel settore delle costruzioni (-68 unità) seguita dal comparto del trasporto e magazzinaggio (-25 unità).
Continua la crescita del numero di fallimenti che nel 2012 sono stati 51.
3) Mercato del lavoro
Per quanto riguarda i dati sull'occupazione bisogna rifarsi alle stime fornite da Istat sulle forze lavoro. Al 31.12.2012, secondo Istat, gli occupati in provincia della Spezia risultano circa 86.000. in diminuzione di 3.000 unità rispetto al 2011, mentre le persone in cerca di occupazione crescono di 6.000 unità.
L'Istat ha calcolato nel 2012, per la nostra provincia, un tasso di occupazione per la fascia d'età 15- 64 anni pari al 61,1%, leggermente superiore alla media nazionale (60,2%).
Il tasso di disoccupazione nella fascia d'età 15 e più per la provincia della Spezia è cresciuto (10,8%) fino ai livelli della media nazionale (10,7%).
Cresce ancora il numero delle ore di cassa integrazione: nel 2012 le ore autorizzate sono state 3.517.002. Il 64,5% di queste sono state concesse in deroga, il 19,6% come cassa integrazione ordinaria e il 15,9% come cassa integrazione straordinaria. Anche quest'anno a La Spezia la Cig in deroga ha pesato di più rispetto alle altre forme.
4) Condizioni economiche delle famiglie
Il reddito pro capite disponibile delle famiglie nella provincia della Spezia è di 17.367 euro (ultimo dato disponibile 2011) e, pur registrando il maggior incremento (+10,7%) rispetto al 2004, resta il più basso di tutte le province liguri e del Nord Ovest.
Il valore medio del patrimonio per famiglia è di 379.476 euro. Alla Spezia anche il patrimonio per famiglia risulta minore rispetto a tutte le province liguri ed al Nord Ovest.
L'ISTAT stima l'incidenza della povertà relativa calcolandola sulla base della spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi.
Nel 2011 il numero delle famiglie in condizioni di povertà relativa in provincia della Spezia sono 10.152 e rappresentano il 9,8% del totale delle famiglie.
Sulle condizioni economiche delle famiglie incide chiaramente l'andamento dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, (il confronto è possibile solo a livello di capoluogo di provincia e nazionale e si confronta il dato del mese di novembre, ultimo dato disponibile). Tale accostamento evidenzia nel 2012, un minore incremento dei prezzi sulla piazza della Spezia (2,2%) rispetto a quanto accaduto nell'intero Paese (2,4%). Come si evince dalla tabella che segue, sia alla Spezia sia a livello nazionale l'aumento generale dei prezzi va imputato soprattutto all'incremento dei costi relativi a trasporti (+6,2% alla Spezia) e tariffe (acqua, elettricità, abitazione, combustibili: +6,2 %).
5) Credito
Il clima creditizio nel rapporto tra banche, imprese e famiglie nella provincia della Spezia nel corso del biennio 2011/2012 è caratterizzato da stati non propriamente positivi.
Ad un andamento quasi costante dell'ammontare degli impieghi nel biennio in osservazione (4.653 milioni di euro nel 2011 e 4.618 milioni di euro nel 2012) fa riscontro invece un incremento delle sofferenze calcolate sull'utilizzato netto (ammontare del credito effettivamente erogato al cliente) che passa da 305 milioni di euro nel 2011 a 360 milioni di euro nel 2012.
La Spezia ha il peggior rapporto sofferenze/impieghi (7,79% nel 2012) rispetto a tutta la Liguria ed a tutta l'Italia ad esclusione del Sud e delle Isole.
L'analisi per tipologia di clientela evidenzia chiaramente come l'incidenza percentuale delle sofferenze sugli impieghi sia nettamente più alta sul credito erogato alle imprese rispetto al credito erogato alle famiglie.
6) Porto
Nel 2012 i contenitori movimentati in entrata sono stati pari a 638.072 teus, di cui 323.873 pieni e 314.199 vuoti mentre in uscita si sono registrati 609.146 teus, di cui 565.071 pieni e 44.075 vuoti. Nel confronto 2012/2011 si registra una riduzione nel movimento complessivo dei contenitori movimentati del 4,6%.
Calano anche le tonnellate di merci movimentate (-9,5%).
7) Interscambio con l'estero
Nel 2012 il valore dell'interscambio con l'estero nella nostra provincia ha registrato un decremento rispetto all'anno precedente (-5,8%); superiore a quello registrato a livello regionale (-0,2%) e nazionale (-1,0%).
La riduzione globale dell'interscambio che si è verificata nel nostro territorio è imputabile, come nel resto d'Italia, al calo delle importazioni (-20,8%) mentre le esportazioni fanno registrare un incremento rispetto all'anno precedente del 36,5%.
8) Turismo
Nel corso del 2012 il movimento negli esercizi turistici provinciali ha segnato una forte flessione principalmente dovuta, oltre alla difficile congiuntura economica, al grave evento alluvionale del 25 ottobre 2011 che ha colpito gran parte del nostro territorio. L'andamento negativo dell'annata 2012 coinvolge sia gli esercizi alberghieri (-9,7% negli arrivi e – 5,9% nelle presenze rispetto al 2011) che quelli complementari (-11,1% negli arrivi e – 12,6% nelle presenze).
La notevole riduzione del numero degli arrivi (-63.090) e delle presenze (-160.085) evidenziano il difficile momento attraversato dal comparto turistico provinciale.
9) Conclusioni
"I dati riferiti al 2012 – commenta il presidente della Camera di Commercio, Gianfranco Bianchi - oltre ad essere impietosi sono veramente preoccupanti.
La pesante crisi in atto, innestatasi in un contesto economico già in difficoltà, anno dopo anno mostra come ci si stia avvicinando ad un pericoloso punto di non ritorno. Quando non si riesce ad individuare un solo parametro positivo – rileva - significa che è a rischio la tenuta sociale e questo una collettività non può permetterselo. L'aumento dei fallimenti, della disoccupazione, della cassa integrazione, del tasso di povertà delle famiglie e delle sofferenze bancarie, incrociato con il minor reddito e il minor patrimonio medio delle famiglie, con il calo dei traffici portuali, con la diminuzione dell'interscambio con l'estero e con il pesantissimo calo delle presenze turistiche, traccia un quadro complessivo che ci distanzia sempre più dalla Liguria, dal Nord Ovest e dal Centro Italia, avvicinandoci di conseguenza alle aree del Sud e delle Isole. Farmaci miracolosi, che garantiscano effetti immediati, purtroppo non ve ne sono; vi sono però interventi urgenti a vari livelli, dall'Europa al Governo nazionale, da cui ci si attendono nel breve termine misure per il reale rilancio dell'economia e dei consumi. Ovviamente – sottolinea Bianchi - il territorio non può e non deve sottrarsi alle proprie responsabilità: serve con urgenza un'azione di sistema che individui ed acceleri i processi necessari alla ripresa della nostra economia. Nei momenti di grave difficoltà, e questo indubbiamente lo è, servono azioni straordinarie, servirebbe un 'governo di emergenza' a livello locale, dove ciascuno rinunci a parte delle proprie autonomie e le ponga a disposizione. Ciò che potrebbe apparire come utopia – conclude il presidente - spesso si rivela la sola via d'uscita".