Buona o cattiva movida? In questi giorni sulla stampa tiene vivo il dibattito, il tema, lanciato da alcune attività del centro storico, avanzando la proposta di trasferire sulla passeggiata Morin il servizio dei pubblici esercizi e farli chiudere al pubblico, nelle sedi fisse, alle ore 22.00/24.00.
Sula vicenda interviene la Confartigianato della Spezia per chiarire la sua posizione.
“Troviamo giusto – commenta Antonella Simone, funzionaria di Confartigianato che ha seguito la vicenda con moltissimi operatori - vista l'emergenza Covid 19 offrire la possibilità per tutti i pubblici esercizi che lo desiderano di valutare la possibilità di spostarsi temporaneamente sulla passeggiata Morin per alleggerire la situazione del centro storico, ma chiediamo nel contempo che i pubblici esercizi possano continuare a mantenere l'apertura dei locali almeno fino alle 02.00 in modo da permettere ai loro clienti di consumare tranquillamente un caffè o una bibita secondo le loro abitudini, non sarebbe auspicabile tornare al ‘coprifuoco’ in città”.
Secondo l'Associazione di via Fontevivo è necessario poter trovare un punto di equilibrio tra la possibilità degli esercenti di recuperare quanto perso in questi mesi di lockdown e le
richieste legittime dei residenti di quiete e sicurezza pubblica.
“Probabilmente in questo periodo in cui le scuole sono chiuse e i giovani non hanno più la necessità di svegliarsi all'alba – prosegue Antonella Simone - il pubblico che frequenta i locali si è modificato ed è composto soprattutto da ragazzi più piccoli, spesso minori, ai quali, tra l'altro, le bevande alcoliche non dovrebbero essere somministrate e questo ha creato nuovi problemi. Crediamo che proprio in questo momento difficile, le attività che effettuano somministrazione non debbano pagare le conseguenze di comportamenti inopportuni e inaccettabili dei loro avventori e chiediamo pertanto alle forze dell'ordine, già molto attive in queste settimane, di intensificare i loro sforzi per sorvegliare il centro storico e scoraggiare comportamenti deprecabili”.