Dopo un promettente inizio dell’anno, è in arrivo l’inevitabile calo dei traffici e delle operazioni nel nostro porto.
A causa della quarantena in Cina e la conseguente sospensione della grande produzione da gennaio e la quasi paralisi del sistema logistico cinese, considerando un tempo di trasporto marittimo intorno a poco più di un mese e che l’interscambio export/import con la Cina è, per il nostro scalo, intorno al 40% del totale dei traffici, nel brevissimo e nel breve si prefigura un periodo particolarmente difficile per gli operatori doganali spezzini.
Cercando di mantenere un cauto ottimismo in virtù della possibile stagionalità del virus, dell’efficacia delle azioni poste in essere dalle autorità sanitarie e nella speranza di un rapido sviluppo di un vaccino, non possiamo nascondere la viva preoccupazione per poter sostenere le inevitabili ripercussioni economiche per un settore economico spezzino, quale quello delle agenzie che si occupano di sdoganamenti, che, vale la pena di ricordare, soltanto direttamente impiega personale per oltre 500 unità e raccoglie liquidità extra territoriale per l’indotto economico locale di notevole entità.
Gli associati della Aspedo, l’associazione dei doganalisti spezzini, storicamente attenta all’efficienza dei sistemi al fine di attrarre e velocizzare i traffici portuali, stanno ponendo in essere quanto possibile per contrastare il diffondersi del virus, applicando le raccomandazioni delle autorità sanitarie e degli enti certificatori, nonchè limitando, anche su invito dell’Ufficio delle Dogane della Spezia, gli accessi fisici negli uffici, comunque inevitabili e necessari per diverse tipologie operative, al fine di prevenire possibili disservizi e ritardi nelle tempistiche di sdoganamento.
La Aspedo auspica ed attende un pronto intervento delle Istituzioni non solo nazionali, ma anche locali, a sostegno delle aziende e degli impiegati del settore per fare fronte a questa crisi che, per tipologia, non ha precedenti e prefigura tempistiche incerte.