Il commercio spezzino visto a volo di gabbiano da Fabrizio Capellini, responsabile sindacale di Confesercenti La Spezia, associazione che dal 1° gennaio scorso detiene il ruolo di coordinamento delle attività provinciali di Rete imprese Italia, il soggetto che riunisce anche Cna, Confcommercio e Confartigianato.
“La situazione del commercio alla Spezia non è drammatica. Per il 2019 - spiega Capellini - abbiamo dati che ci dicono che nel commercio al dettaglio in sede fissa si sono registrate 85 nuove aperture e 118 chiusure, mentre per bar e ristoranti il saldo positivo è di 13 attività in centro e in maniera più modesta nelle zone periferiche. Emergono l'espansione del comparto della somministrazione nel centro cittadino e un dato negativo, ma non drammatico, nel comparto del commercio al dettaglio. C'è una sostanziale tenuta rispetto ad altre realtà, dove i dati sono peggiori. C'è un discreto livello di qualità e incide positivamente anche la crescita del comparto turistico, anche nel 2019, al quale il commercio è agganciato”.
Riguardo alle problematiche del passato che influiscono negativamente sulla situazione attuale, Capellini si esprime in maniera chiara, partendo dall'annoso questione dei centri commerciali: “Abbiamo cercato di indirizzare le scelte delle amministrazioni in direzioni diverse, ma non abbiamo tutte queste possibilità di incidere. Abbiamo detto no anche con iniziative specifiche, ma a un certo punto bisogna prendere atto della situazione e pensare ad azioni nuove. I fattori della difficoltà sono molti, ma i problemi non sono solamente spezzini: sono anche nazionali. C'è per esempio una questione demografica: la popolazione spezzina è in calo, così come quasi ovunque, nel Paese e in Europa. Ci sono cambiamenti in atto nel settore tecnologico e abbiamo a che fare con lo sviluppo del commercio online, ma anche con il rinnovamento di gusti e abitudini dei consumatori. Si tratta di mutazioni e novità alle quali bisogna imparare ad adeguarsi. Abbiamo aziende aperte da giovani, che magari sono rientrati dall'estero, che sono di grande interesse e prospettiva. Non dobbiamo rimanere con il rimpianto dei tempi andati, ma prendere atto del cambiamento che c'è stato”.
Tra le novità degli ultimi anni c'è anche quella dell'ingresso nel mondo del commercio di grandi quantità di cittadini stranieri, soprattutto cinesi.
“Sono in espansione: abbiamo avuto esperienze con operatori provenienti dalla Cina o di origini cinesi che hanno grandi qualità dal punto di vista imprenditoriale e lo stanno dimostrando, soprattutto nel campo della somministrazione. Oggi d'altronde è sufficiente trovare un fondo sfitto, non c'è più bisogno della licenza. Diverso il discorso che riguarda i mercati degli ambulanti dove c'è stato un vero e proprio passaggio di mano tra gli operatori italiani e quelli asiatici”, aggiunge Capellini.
Ritornando a guardare al turismo, Capellini sostiene che “il commercio cittadino sembra pronto per i turisti soprattutto nel settore della moda e dei marchi italiani, ma anche nell'alimentare che è molto ricercato. Gli operatori inoltre hanno cambiato anche gli orari di apertura proprio per andare incontro alle esigenze dei viaggiatori, che circolano in particolare nelle ore centrali della giornata e nei festivi”.
Tutte le iniziative e il dialogo per la soluzione dei problemi viene portato avanti con l'amministrazione comunale, soggetto con un ruolo di pianificazione irrinunciabile: “Nei prossimi mesi ci saranno iniziative dell'amministrazione per valorizzare il commercio nel centro storico anche con una campagna di marketing, con la pulizia, il decoro e la sicurezza. C'è la volontà dell'assessore Lorenzo Brogi di mettere mano al Piano del commercio per salvaguardare in particolare il patrimonio commerciale urbano rafforzando le limitazioni per determinate tipologie di attività puntando sulla qualità e reintroducendo un regime di tipo autorizzatorio. Restando sull'attualità e sulle iniziative da mettere in campo - prosegue Capellini - siamo per la riapertura della Ztl di Via Chiodo, che ha fatto soffrire bar, negozi e ristoranti. Si potrebbero sperimentare dei momenti di sospensione secondo fasce orarie o giornate predeterminate. Abbiamo trovato sensibilità, speriamo di poter fare ulteriori passi in avanti”.
E infine un accenno alla tematica che ha calamitato l'attenzione nei mesi scorsi e sulla quale presto la città ritornerà a confrontarsi: “Su Piazza Cavour abbiamo seguito la vicenda sin dall'inizio. Ci siamo fatti sentire nonostante le associazioni fossero state escluse dal percorso di partecipazione. Abbiamo avanzato le nostre proposte sulle base delle informazioni che abbiamo ricevuto e partendo dalle esigenze degli operatori abbiamo detto cosa avremmo voluto e cosa no. La progettazione ha tenuto conto delle nostre istanze ma poi tutto si è fermato per valutare meglio il tema della sosta. Aspetteremo i risultati di questi approfondimenti. Tuttavia avverto il rischio che non si faccia niente, anche perché l'amministrazione ha avuto difficoltà all'interno della stessa maggioranza”.