“Non si può considerare espansiva una manovra che fa pari e patta sotto il peso della sterilizzazione delle clausole di salvaguardia Iva” - così commenta la manovra varata dal Governo il Presidente di Confartigianato La Spezia, Paolo Figoli - sarà difficile allontanarsi dalla crescita ‘zerovirgola’ puntando soltanto sulla lotta all’evasione, grande e condivisibile battaglia che appare però molto circoscritta e mirata a senso unico nei confronti delle piccole imprese: dell'edile, dell'idraulico, del piccolo commerciante. In questa lotta senza quartiere sembra invece non esserci quasi nulla in tema di tassazione dei giganti del web nè per contrastare i paradisi fiscali nell’Unione europea. Quante delle grandi industrie del nostro Paese hanno una sede legale e/o fiscale non made in Italy?”.
“In generale, sul fronte fiscale – rileva Figoli – avvertiamo passi indietro sul fronte delle semplificazioni e delle agevolazioni introdotte negli ultimi anni, e l’imposizione di nuovo obblighi, con il risultato che 3,5 miliardi di euro nel prossimo triennio vengono sottratti ai piccoli imprenditori e al lavoro autonomo, dirottando le risorse che erano destinate alla tassa del 20% per le imprese tra 65.000 e 1000 euro di ricavi. Dopo aver chiesto alle imprese di obbligarsi alla emissione di fatture soltanto elettroniche (primo Paese al mondo con 60 milioni di abitanti) dal gennaio 2019. Dopo che dal gennaio 2020 tutti gli scontrini e le ricevute emesse saranno immediatamente rese disponibili all’Amministrazione finanziaria, dopo tutto ciò che cosa si può ancora chiedere alle piccole imprese come obblighi fiscali?”.