Sono andati in pensione i tanto criticati studi di settore, strumento statistico ormai obsoleto utilizzato dal Fisco per determinare ricavi presunti e quindi imposte dovute e sono arrivati gli ISA, indici sintetici di affidabilità fiscale.
La prima fase di applicazione degli ISA, sta creando problemi agli imprenditori. “Come spesso accade in Italia – commenta preoccupato Giuseppe Menchelli, direttore di Confartigianato – iniziamo già a rimpiangere i vecchi studi di settore. È mancata una fase di sperimentazione e la necessaria comunicazione istituzionale che avrebbe permesso di comprendere meglio il nuovo strumento. Criticità sono inoltre derivate dal ritardo nell’emanazione delle circolari esplicative e dei decreti ministeriali in grado di spiegare le novità di natura metodologica e l'efficacia applicativa ai fini fiscali degli ISA, anche con riferimento alla definizione dei valori e dei dati precalcolati forniti dall’Agenzia delle Entrate. Anche per i commercialisti non sono mancati problemi operativi derivanti dal ritardo con cui è stato rilasciato il software e l’eccessivo numero di aggiornamenti dello stesso”.
L'Area Fiscale di Confartigianato sta esaminando le criticità emerse finora per segnalarle al MEF. Gli indici sintetici di affidabilità fiscale –spiega la nota di Confartigianato - si applicano già alle dichiarazioni dei redditi relative all’anno d’imposta 2018, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha approvato 175 indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA).
“Di fatto gli ISA – prosegue Menchelli – sono una sorta di 'pagella dell’imprenditore', basato su una nuova metodologia statistico-economica che stabilirà il grado di affidabilità/compliance fiscale di imprese e professionisti, che permetteranno la possibilità o meno di accedere a benefici premiali ed agevolazioni. Le aziende più virtuose, secondo il MEF, sarebbero esonerate dagli accertamenti sintetici e dall’apposizione del visto di conformità sulle compensazioni. Purtroppo però ad oggi le 'pagelle' medie degli imprenditori sono piuttosto basse. Dalle prime stime delle dichiarazioni dei redditi, oltre il 45% delle imprese spezzine soggette allo strumento risulta insufficiente con 'voto' inferiore al 6. Gli Isa insomma si stanno rivelando uno strumento scarsamente decifrabile e sembrano smentire gli obiettivi di collaborazione e semplificazione!".