Verrà inaugurata domani, sabato 13 aprile alle ore 18.30, la mostra “Barry Feinstein. A Retrospective”, un'esposizione che ripercorre, per la prima volta in Italia, la lunga carriera del leggendario fotografo americano: 45 scatti in bianco e nero e a colori, che raccontano l'essenza dell'America attraverso i protagonisti della cultura cinematografica e musicale degli anni '60 e '70.
Da Marlene Dietrich a Bob Dylan, da Janis Joplin a Steve McQueen, da Aretha Franklin a George Harrison, da Marlon Brando a Eric Clapton: Barry Feinstein con loro aveva creato un legame profondo, così che i suoi scatti riescono a portare fino a noi non solo il ritratto, ma uno sguardo sulla vera essenza di quegli artisti e di quegli anni.
"In tutte le fotografie vediamo un occhio completamente diverso- ha spiegato Maurizio Guidoni, curatore della mostra per Ono Arte Contemporanea, presente questa mattina alla presentazione della mostra per la stampa- Barry, in tutti i suoi lavori, non cerca il soggetto principale, ma va alla ricerca dei particolari. Con la macchina fotografica Barry cerca elementi con i quali riesce a raccontare i dettagli di quegli anni. Celebri sono le sue fotografie dei sonniferi immortalati nella stanza di Marilyn Monroe o le boccette di cocaina. Inoltre dalle fotografie traspare il rapporto profondo che il fotografo riusciva a creare con i soggetti che immortalava".
Le fotografie in mostra, a cura di ONO arte contemporanea e The J. Blatt Agency LLC, New York, sono state selezionate con l’aiuto di Judith Jamison, vedova di Feinstein ed esecutrice del Barry Feinstein Estate. Tutti gli scatti, alcuni dei quali restaurati in occasione di questa esposizione, sono stati stampati da Pete Mauney, storico collaboratore di Feinstein.
Ha spiegato Benedetta Marietti, consulente culturale Fondazione Carispezia: "Questo fotografo, al pari degli artisti che vediamo ritratti, ha contribuito a fare la storia di quegli anni".
Presente questa mattina anche Jesse Blatt, The J. Blatt Agency LLC, New York, rappresentante Archivio Barry Feinstein, che ha aggiunto: "Si tratta di una mostra unica, perchè, per la prima volta in Italia, abbiamo la possibilità di mostrare le fotografie stampate in questo modo. Un lavoro reso possibile solo grazie al lavoro del suo collaboratore, che ha partecipato a questo progetto. Grazie a questa mostra possiamo capire come Barry non volesse semplicemente 'fotografare' questi artisti".
Era invece assente Matteo Melley, Presidente Fondazione Carispezia, che ha però dichiarato tramite una nota: "La mostra “BARRY FEINSTEIN. A Retrospective costituisce un ulteriore tassello del percorso di conoscenza della fotografia iniziato da Fondazione Carispezia nel 2015 volto, da una parte, a valorizzare il linguaggio fotografico come mezzo privilegiato per raccontare l’attualità e la realtà odierna di altri paesi – dalle personali di Hrair Sarkissian e Jodi Bieber alle esposizioni dei fotografi contemporanei giapponesi e degli esponenti della storica agenzia Magnum Photos – e, dall’altra, a far emergere temi e passioni che accomunano generazioni differenti, coinvolgendo un pubblico trasversale. Dopo le mostre omaggio a David Bowie, Walter Bonatti e Beatles, siamo infatti lieti di ospitare per la prima volta in Italia questa esposizione che ripercorre la carriera di uno dei principali cronisti della cultura popolare, Barry Feinstein, che ha ritratto, nell’arco di sessant’anni di attività, alcuni dei più grandi nomi di Hollywood degli anni ’50 e i più iconici musicisti rock e pop degli anni ’60 e ’70.
Le immagini presenti in mostra saranno così immediatamente riconoscibili per alcuni – forse anche ricordo di un periodo intenso – e per altri scoperta di un’epoca fondamentale che ha cambiato per sempre la società e la cultura contemporanee".
BARRY FEINSTEIN. A Retrospective
Fondazione Carispezia, via D. Chiodo 36, La Spezia
Dal 14 aprile al 30 giugno 2019
BARRY FEINSTEIN
Barry Feinstein approda all’arte fotografica diventando prima assistente di Ike Vern, fotografo di LIFE, e in seguito, dal 1955 al 1957, lavorando come assistente di camera per la Louis Kellman Productions. Dal 1957 al 1960 si dedica alla cinematografia: viene assunto come stagista di produzione dalla Columbia Pictures e lavora su importanti set come L’ultimo urrà di John Ford con Spencer Tracy, Operazione Mad Ball con Jack Lemmon e Ernie Kovacs, e Pal Joey con Frank Sinatra, Rita Hayworth e Kim Novak. In un secondo momento passa alle produzioni europee per la Morningside Productions.
Dal 1960 torna negli Stati Uniti dove inizia la carriera come fotografo freelance, ritraendo personalità come Marlene Dietrich, Elizabeth Taylor, Frank Sinatra, Steve McQueen, Marilyn Monroe e Clark Gable, i presidenti degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy e Richard Nixon, e musicisti del calibro di Eric Clapton, George Harrison, Janis Joplin, B.B King, Aretha Franklin, Barbra Streisand.
In questo periodo inizia una costante attività di reportage e viene chiamato da Cornell Capa, fratello di Robert, per collaborare con la famosa agenzia Magnum Photos.
Nel 1966 segue la tournée europea del maggior cantore di quegli anni febbrili: Bob Dylan, di cui diventa il fotografo ufficiale per undici anni.
Nel corso della sua carriera Feinstein ha realizzato oltre 500 leggendarie copertine di album tra cui Pearl di Janis Joplin, The Times They Are a-Changin’ di Bob Dylan, All Things Must Pass di George Harrison, Beggars Banquet dei The Rolling Stones e Ringo di Ringo Starr. Ha inoltre documentato il leggendario Monterey Pop Festival del 1967, girato il film You Are What You Eat e fotografato il Concert for Bangladesh al Madison Square Garden nel 1971.
Numerosi sono i libri a lui dedicati e molte le riviste che si sono avvalse della sua collaborazione artistica, da Time a Life, da GQ a Rolling Stone, fino al New York Times. Il suo lavoro è stato esposto nei più importati musei e gallerie internazionali.