Il libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” è stato presentato, con grande partecipazione di pubblico, anche a Santa Margherita Ligure, Vernazza e Tellaro.
A Santa Margherita le protagoniste della giornata, nel ricordo degli autori, sono state le donne partigiane della Brigata garibaldina Coduri, che operò nel Tigullio, e le donne contadine della Val di Vara, che sostennero la Brigata.
A Vernazza sono state ricordate le donne contadine dello Zerasco, che aiutarono i partigiani di Vernazza della Colonna Giustizia e Liberà operanti in zona, dodici dei quali furono uccisi dai nazifascisti ad Adelano di Zeri durante il rastrellamento del gennaio 1945.
A Tellaro, invece, era presente Graziella Ghidoni, figlia di Alfredo Ghidoni, antifascista e partigiano comunista, e di Lina Isoppo, che fu sempre a fianco del marito, sia negli anni del confino durante il fascismo sia nell’attività partigiana alla Rocchetta di Lerici, dove era stata allestita la tipografia clandestina del CLN e de PCI. E’ stata tratteggiata la sua figura di donna coraggiosa, impegnata anche nell’attività di staffetta.
“Con la Resistenza -hanno detto Pagano e Mirabello- le donne furono protagoniste per la prima volta nella storia. Seppero, in momenti drammatici, impegnarsi per sconfiggere il fascismo e conquistare la Costituzione, nella quale, anche in questo caso per la prima volta, nei principi fondamentali venne affermata l’eguaglianza tra uomini e donne”. L’onda lunga partita dalla Resistenza si infranse poi contro la mentalità dell’epoca e contro una legislazione arretrata che impiegò lunghissimi anni per adeguarsi ai cambiamenti previsti dalla legge fondamentale dello Stato. E se nel tempo la legislazione si è faticosamente adeguata, sulla mentalità e sui comportamenti relativi all’epoca che viviamo, c’è molto da riflettere: c’è una nuova coscienza delle donne, ma ci sono anche il ritorno di un maschilismo violento e il rischio di un ritorno indietro in molti campi. “A guidarci, come in ogni momento difficile -hanno concluso gli autori- deve essere la concezione ideale e morale della Resistenza, che insegna che tutte le donne, anche le più deboli, possono fare qualcosa e diventare protagoniste della storia. Se in questo 8 marzo 2019 c’è un richiamo e un augurio da fare alle ragazze di oggi, il migliore è probabilmente proprio quello di una forte idealità, senza la quale non ci può essere progettazione di un futuro più giusto e libero per tutte le donne in tutto il mondo”.