Il film è ambientato in Angola durante il 1971 e il protagonista è un giovane medico militare, Antonio Lobo Antunes. Chi si ricorda oggi delle guerre coloniali del Portogallo? Probabilmente nessuno nel mondo e neppure forse in Portogallo c’è voglia di riesumarle. Eppure tra il 1961 e il 1974 in zone come l’Angola la guerra coloniale era qualcosa di reale, giovani soldati inviati a combattere in quelle terre che poi alla fine sono state abbandonate con il risultato che oggi a regnarci c’è solo l’estrema povertà.
Cartas da guerra, finanziato grazie anche all’European Gap Financing Market e realizzato dalla Biennale Cinema, Il film di Ivo M. Ferreira è un film poetico, incentrato sul dialogo continuo tra il medico, costretto a vivere in un campo militare disperso nel nulla e le emozioni, il sentimento di distanza, le difficoltà nello stare lontano dalla moglie che, nell’attesa del suo ritorno, diventerà madre.
Le lettere, tutte vere e raccolte nel libro Lettere dalla guerra (D’este viver aqui neste papel descripto: cartas da guerra) di Antonio Lobo Antunes sono un viaggio nel viaggio alla scoperta dell’amore, della vita e della morte, tutte emozioni e sensazioni che prendono vita attraverso belle immagini volutamente in bianco e nero girate in Angola.Un film sicuramente da vedere, che ha un ritmo tutto suo e probabilmente molto diverso dalla frenesia di quel cinema commerciale che tanto funziona: ma quest’anno alla Berlinale il cinema portoghese, con diversi film in concorso, sta vivendo una seconda primavera per quanto concerne il film d’autore e il film di Ferreira aiuta a prendersi un po’ di tempo per riflettere su diversi aspetti della vita, che a volte non è solo a colori.