"Con questa conferenza - afferma il Direttivo dell'Associazione - ci proponiamo di approfondire l’aspetto culturale del nostro territorio legato alla tradizione gastronomica ed etnografica. Si può affermare che i segni distintivi della cucina locale nascono da Luni e ad essa restano legati, nonostante le inevitabili contaminazioni avvenute nel corso dei diversi periodi storici. Alcune fonti letterarie attestano che, ancora prima della colonizzazione romana a Luni, i Liguri-Apuani praticavano la pastorizia, avevano familiarità con le erbe spontanee e coltivavano la vite e i cereali. Livio afferma, infatti, che il console A. Postumio per impedire una ripresa dei Liguri -Apuani, ormai sconfitti, fa tagliare le vigne e bruciare il frumento. In seguito i coloni lunensi si distinguono per la produzione di eccellenze agricole: Marziale decanta il formaggio di Luni e Plinio il Vecchio ne esalta il vino e gli attribuisce addirittura la palma dei vini dell’Etruria. Se Luni con il progressivo impaludamento perde la sua importanza, la sua economia agricola e pastorale viene portata avanti dalle genti che si sono stabilite progressivamente sui borghi collinari".
"I documenti di archivio - spiegano i membri dell'Associazione - ci aiutano a capire le trasformazioni produttive e le tradizioni culinarie che si sono sviluppate successivamente, alcune delle quali sono state tramandate fino ai giorni nostri. I piatti tipici locali con i loro ingredienti, il loro nome, il significato dei gesti e consuetudini che ruotano loro intorno, sono diventati la carta di identità della Lunigiana e l’hanno resa riconoscibile in tutto il mondo. Per questo la tradizione gastronomica contadina quotidiana, ma anche quella legata a feste e ricorrenze e gli aspetti etnografici, sono da considerarsi un patrimonio culturale del territorio da conoscere e preservare".