Il tema delle Giornate europee del patrimonio, scelto dal Consiglio d’Europa per l’anno in corso è «Anno europeo del patrimonio culturale: l’Arte di condividere», per dialogare, coinvolgere, sensibilizzare e far riflettere i cittadini sul patrimonio culturale in tutte le sue forme: artistiche, architettoniche e paesaggistiche nonché della tradizione, della musica, della memoria collettiva e di quello immateriale in genere. Tale argomento, che ruota attorno alle grandi celebrazioni dell’Anno europeo del patrimonio culturale, vuole porre l’attenzione sul ruolo che il patrimonio culturale ha nella vita quotidiana dei cittadini, su quanto influisce sulla collettività e su quale funzione svolge nella società. Nel corso delle due giornate che interesseranno gli istituti culturali di tutta Europa (archivi, musei, siti archeologici, biblioteche ecc.), l’Archivio di Stato della Spezia ha individuato, nell’ambito del proprio patrimonio documentario, una selezione di perizie, decreti di espropriazione, fallimenti, fotografie, piante ecc. relative ai teatri storici di La Spezia, edificati, tra l’Ottocento e la prima metà del Novecento, in diverse zone dell’attuale centro storico, la cui grandezza, bellezza e importanza consegnano alla città spezzina l’etichetta di luogo di fermento culturale e di diffusione del sapere e della conoscenza. L’idea di mettere al centro di questa manifestazione i teatri che hanno fatto la storia della città di Spezia nasce sia dal desiderio di raccontare il teatro quale luogo di condivisione, di scambio, di intrattenimento e di svago, sia dalla curiosità di far scoprire i posti di maggior interesse culturale frequentati dagli spezzini nell’arco del secolo, alcuni dei quali regolarmente visitati ancora oggi. Nel territorio spezzino esistevano numerosi teatri, alcuni di carattere spiccatamente operistico e di rappresentazione, altri con doppia funzione: quella teatrale, compreso il varietà e, quella di cinematografo. La nostra scelta si è fermata su quattro edifici in particolare, non solo per ragioni di spazio e di allestimento, ma anche perché ci è sembrato importante rievocarli per il ruolo storico, culturale e ricreativo che essi hanno avuto e interpretato. I teatri sono:
- Teatro delle Varietà;
- Teatro Civico;
- Teatro Politeama;
- Teatro Monteverdi.
Sono presentati, in questa mostra, documenti sull’idea di teatro nella sua interezza, non solo quindi quelli riguardanti gli aspetti artistici e architettonici ma anche quelli amministrativi e gestionali al fine di palesare quello che spesso rimane nell’ombra e cioè la realtà quotidiana che ruota attorno a questi luoghi di cultura e la sua gestione: i fornitori, le scelte delle compagnie, gli investitori, le scadenze, ecc. per meglio inquadrare gli aspetti sociali e “umani” del teatro. Il carteggio proviene da vari fondi archivistici, quali: fondo Prefettura della Spezia, serie Gabinetto e Affari generali; fondo Tribunale civile e penale della Spezia, serie Perizie e fondo Vecchio catasto fabbricati della Spezia. Il percorso individuato per la mostra è di carattere meramente cronologico. Lo spettatore troverà come primo complesso architettonico il Teatro delle Varietà edificato nella prima metà dell’Ottocento, a seguire il Civico, presente ancora oggi, poi il Politeama Duca degli Abruzzi, datato 1877-1933 e per finire il Teatro Monteverdi, considerato dai molti, per la sua epoca, il più grande del centro-Italia. Al tracciato segnalato si è pensato di affiancare qualche documento di particolare interesse quale il Regio biglietto che autorizza l’alienazione del Teatro San Carlo (1798-1808), considerato da tanti scrittori locali, il primo, vero e proprio teatro pubblico rispetto ad altri già esistenti che erano più di carattere familiare, privato o di nicchia, per «far fronte alla spesa della costruzione di un nuovo Teatro» e un telegramma
del Ministero della cultura popolare indirizzato ai capi provincia in cui si dispone di non far comparire sui cartelloni pubblicitari gli «attori passati al nemico». Tra gli altri scopi della mostra c’è anche quello di far prendere consapevolezza al visitatore della progressiva trasformazione di questi luoghi, rispetto all’epoca in cui tali siti di prestigio sono stati costruiti; infatti, tranne il Teatro Civico tuttora esistente e funzionante, gli altri sono stati o abbattuti o destinati ad altri usi. È evidente quindi che o per fallimenti di gestione o per cessione o per esigenze di ampliamento della città, tali teatri hanno perso la loro funzione d’uso per la quale erano stati edificati e sono diventati macerie o destinati ad altro.