Dall’epoca romana al Novecento molti sono i viaggiatori che ci raccontano la Città e il golfo. Duchi, re e regine ma anche scienziati, esploratori, pittori, tutti innamorati di questa “nobile terra, piena di delizie”.
Gino ci racconta una Spezia che non c’è più, con una narrazione che si snoda tra descrizioni romantiche ed elogi di poeti, narratori e amanti del paesaggio; “una terra fatata in riva a un mare sublime” sono La Spezia e il suo golfo visti con gli occhi degli antichi. Per qualcuno è “il più splendente gioiello del Mediterraneo”, per altri “il paese più bello mai veduto”, è impressionante la quantità di elogi che Spezia ed il suo golfo raccolgono dai viaggiatori giunti da Paesi anche molto lontani.
Viaggiatori che ci restituiscono le loro differenti visioni, giunti in periodi storici distanti tra loro, in cui le vicende dei nostri luoghi si intrecciano con quelle da loro vissute, in un percorso che non manca di svelare nuovi e sconosciuti particolari della città con la sua vita e i suoi mutamenti nel tempo.
Incantati dal mare, dai bagni, dalle antiche osterie e persino dalla moda, - con i “graziosi cappellini delle signore” e gli “abiti dai colori accesi e sgargianti” – rapiti dal paesaggio, dai borghi e dalla rigogliosa natura.
È il racconto di un territorio dai molteplici volti, che ci affascina e ci sorprende ancor oggi ma che fa emergere dal fondo del cuore il rimpianto per la Spezia del passato, che fu borgo antico circondato da nobili mura ma anche città di commerci, che offriva d’estate il ristoro dei “bagni”, che ospitava nelle sue ville Liberty forestieri danarosi, nei suoi Grand Hotel i monarchi sabaudi e la loro corte. La Spezia delle sale da ballo e delle opere liriche, degli spettacoli teatrali e musicali...