Venerdì 13 luglio alle ore 18.00 apre, nelle sale della Palazzina delle Arti “Lucio R. Rosaia”, (via Prione, 236 - La Spezia) la mostra Scoprendo Pompei. Vedute della città ritrovata nelle opere di Vincenzo Loria, dedicata alle pitture pompeiane realizzate tra ‘800 e ‘900 dal pittore salernitano Vincenzo Loria che fece parte di quegli artisti che documentarono iconograficamente le scoperte più clamorose avvenute nella seconda metà dell’Ottocento. All’inaugurazione sarà presente il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini.
Le tempere e gli acquarelli che vengono presentate in questa esposizione costituiscono il nucleo omogeneo che la nuora del pittore, professoressa Gabriella Arcangeli Loria, donò nel 2010 alla città dove l’artista trascorse serenamente gli ultimi anni di vita. L’occasione si presenta come secondo momento di valorizzazione della preziosa collezione Loria e intende proporre al pubblico per la prima volta la totalità delle vedute pompeiane, dopo una iniziale parziale presentazione della donazione che ebbe luogo nell’ottobre del 2013 al Centro Arte Moderna della Spezia.
Alla Palazzina delle Arti saranno esposti 60 lavori tra acquerelli e tempere, tutti di ottima qualità e in buono stato di conservazione, alcuni dei quali riproducono fedelmente pitture parietali pompeiane oggi purtroppo perdute e che, per questo, rappresentano delle preziosissime testimonianze documentali.
Vincenzo Loria (Salerno, 17 settembre 1849 – La Spezia, 31 ottobre 1939) è stato un pittore italiano, specializzato nella pittura di genere e di paesaggio.
Nella città natale iniziò a dedicarsi alla pittura per poi studiare a Napoli presso l’Accademia di Belle Arti, dove, allievo di Domenico Morelli, si distinse per la padronanza acquisita nella tecnica dell’acquerello. Successivamente dipinse su commissione per amatori stranieri e ricchi galleristi, tra cui si ricorda Luigi Pisani, che acquistò numerose opere per la sua galleria fiorentina di Borgo Ognissanti.
Tra le opere del Loria, realizzate con tecnica a olio, acquerello, tempera, divennero molto ricercate quelle raffiguranti scene esotiche di sapore orientaleggiante o in costume settecentesco, i paesaggi che raffigurano scorci pompeiani e quelli che riproducono le pitture murali conservatesi sotto la cenere, riscoperte durante gli scavi archeologici.
La diffusione dei dipinti a tema archeologico fu favorita dalla produzione di tavole su commissione dell’esperto di archeologia pompeiana Antonio Niccolini, per il quale Loria illustrò l’opera “Le case e i monumenti di Pompei”, edita a Napoli nel 1887 e poi diffusa nelle principali biblioteche, musei, accademie e case reali dell’epoca. Su incarico, inoltre, del Ministro della Pubblica Istruzione Antonio Scialoja, produsse illustrazioni didattiche sull’arte pompeiana da distribuire presso licei e facoltà universitarie italiane.
Oltre ad essere un apprezzato pittore, Loria sperimentò anche la tecnica della fotografia. Di questa attività restano negativi e stampe all’albumina che testimoniano l’iter creativo dell’artista che talvolta ricavava il quadro a partire da un bozzetto tratto direttamente da carte colorate dall’albume, su cui tracciava la quadrettatura.
Dopo la morte della moglie, nel 1929, Loria si trasferì alla Spezia nella casa del figlio Ettore, apprezzato magistrato presso il tribunale civile e penale. Nella splendida cornice del Golfo dei Poeti e circondato dalla considerazione degli artisti locali, il pittore salernitano poté così ritrovare l’ispirazione, dopo un periodo di inattività. Alla Spezia venne inoltre insignito del titolo di decano degli artisti spezzini.