Nato a Prato, nel 1963, Massimo Sestini è considerato tra i migliori fotoreporter italiani. I primi scoop arrivano a metà anni Ottanta, da Licio Gelli ripreso a Ginevra mentre è portato in carcere, all’attentato al Rapido 904 nella galleria di San Benedetto Val di Sambro. Sarà il solo a riprendere il primo, clamoroso, bikini di Lady D; ma sarà anche testimone della tragedia della Moby Prince, e autore delle foto dall’alto degli attentati a Falcone e a Borsellino. Nel 2014 è testimone delle operazioni di salvataggio “Mare Nostrum”, al largo delle coste libiche. Dopo dodici giorni di tempesta, riesce a riprendere dall’elicottero un barcone di migranti tratto in salvo. La foto vince il World Press Photo nel 2015, nella sezione General News.
Le fotografie di Sestini raccontano in modo spettacolare la grande Storia, oltre alle piccole storie del nostro Paese e di tanto mondo; le sue immagini sono sempre di “prima mano”, costi quello che costi, denunce, attese su alberi, doppi giochi, finzioni, travestimenti, faccia tosta. E’ così che sono nate anche le sue famose paparazzate, da Lady D in bikini al matrimonio blindato di Eros Ramazzotti.
Ma il concetto di paparazzata di Sestini è un concetto evoluto: non si tratta di mettere a nudo il personaggio del gossip, ma di raccontare quello che non si dovrebbe vedere, soprattutto i retroscena del potere, della cultura, dell’economia. Interrogato in merito alla nascita delle sue fotografie, ha detto: “Nel lavoro non sarei mai arrivato da nessuna parte perché sono timido. Per questo mi costringo a fare cose impossibili e non avere limiti. Non mi devo confrontare con il personaggio, vado più in fretta, vado oltre. Da questo nasce anche il mio non rispettare la privacy”.
Ma il fotografo degli scoop esclusivi e dei reportage più audaci ci offre anche una nuova visione prospettica, una diversa percezione del mondo, attraverso le sue immagini aeree, che a prima vista sembrano essere una creazione pittorica di linee geometriche, campiture di colori a volte quasi pop, che catturano la nostra l’attenzione e ci fanno entrare dall’alto nelle storie raccontate dall’artista, nella cronaca e nell’attualità