In questi giorni cade il 40esimo anniversario di quella che fu chiamata "la nevicata del secolo", un evento che ha lasciato un ricordo indelebile in chi lo ha vissuto. A quell'epoca non esistevano né i social network né internet, le previsioni meteorologiche si spingevano a malapena a 24-48 ore. Molti furono presi alla sprovvista e tanti furono i disagi, con interi territori paralizzati dalla neve.
Nel mese di gennaio 1985, l'Italia fu interessata da un'anomalia termica che portò le temperature in diverse zone a scendere ben oltre lo zero, fu davvero uno dei mesi più freddi della storia italiana.
Ma cosa accadde nello specifico? Nella prima parte del mese di dicembre 1984, una situazione di alta pressione portò ad avere in Italia temperature miti, sopra alla media stagionale. Nei primi giorni del gennaio 1985, lo scenario meteorologico cambiò. Un improvviso riscaldamento della stratosfera (stratwarming) provocò un rapido riscaldamento sopra alla Groenlandia, determinando la rottura del vortice polare, al cui posto si formò un’area di alta pressione, in congiunzione con l’Anticiclone delle Azzorre, che si dispose in senso meridiano fino a raggiungere il Polo nord. Questa situazione permise all’aria artica di raggiungere il Mediterraneo e di entrare in Europa occidentale. Il contrasto tra l’aria fredda artica e quella più calda del mar Mediterraneo, provocò ingenti nevicate su tutta l'Italia, una situazione instabile che perdurò fino al 18 gennaio.
Anche alla Spezia le temperature scesero ben oltre lo zero, il 7 gennaio si registrarono addirittura -12,8°C. La città fu bloccata per alcuni giorni da neve e ghiaccio, impossibile dimenticare Passeggiata Morin, Lerici e Portovenere imbiancati, la neve sulle spiagge lambita da un mare a tratti ghiacciato. Abitare ai Colli pareva di vivere al Polo Nord, difficile raggiungere il centro, anche se muniti di catene per gli pneumatici.
Un'atmosfera surreale, i suoni ovattati, interrotti dal rumore delle poche auto in circolazione, condotte da autisti coraggiosi che cercavano, per necessità, di sfidare il ghiaccio sull'asfalto. In Viale Italia i carrarmati muniti di spartineve tentavano di farsi spazio, rombando, tra la coltre bianca che ricopriva la strada. Strano percorrere le vie del centro cittadino con doposcì ai piedi, cappello, sciarpa e la provvidenziale giacca a vento.
Le scuole restarono chiuse per alcuni giorni, tanti i bambini e i ragazzi stupiti, ma anche entusiasti di vivere quella inaspettata "settimana bianca". Battaglie di palle di neve ai giardini, le scalinate diventate per l'occasione rampe su cui scivolare su teli di nylon, ci fu persino chi fece sci di fondo in Via dei Colli, alla Morin, ai Giardini o in Via Chiodo.
Finita l'emergenza i danni furono ingenti, dalle strade spaccate, agli impianti di riscaldamento danneggiati dal gelo, ai problemi alle infrastrutture e ai trasporti bloccati per giorni, all'agricoltura in ginocchio.
Nel nostro ricordo di allora dodicenni, quei disagi non erano contemplati, per noi era stato un evento singolare che non dimenticheremo mai, tra lo stupore e un'insolita euforia, tipica di giovani adolescenti.
Immagine di copertina dal Web.