Pagano ha presentato il suo libro discutendo del tema “L’Italia che ha fiducia nell’Africa. Riflessioni su un’esperienza di cooperazione” con Alberto Rizzerio, Presidente di Januaforum, Giorgio Musso, docente all’Università di Perugia, e Valerio Balzini, Segretario di Confcooperative Liguria.
Giorgio Musso ha parlato di un libro che “trasuda fiducia verso l’Africa e gli africani” e ha aggiunto: “Conosco molti cooperanti che hanno poca fiducia nell’Africa e sono pieni di pregiudizi verso gli africani. Pagano è partito senza pensare di essere migliore e di imporre le sue idee, è andato in Africa non da cooperante di professione e proprio per questo ha costruito un rapporto di fiducia reciproca. Su questa base è stato elaborato un piano di sviluppo condiviso che cerca di far sì che nell’economia globale Sao Tomé e Principe diventi, da oggetto, soggetto, con un suo autonomo modello di sviluppo basato sull’ecoturismo e sul rispetto dell’identità del luogo”.
Giorgio Pagano ha raccontato così la sua esperienza: “Non è stato semplice. All’inizio è stato traumatico: l’Africa è una realtà molto diversa, che ti sfida ad accettare le sue contraddizioni, i suoi tormenti, le sue passioni. La prima volta la reazione fu, dopo un po’, quella di fuggire. Ma poi sentii il bisogno di tornare: l’Africa ti penetra dentro, e nasce un rapporto indissolubile. Con i bambini, innanzitutto. Sono stato in villaggi dove i bambini non avevano mai visto l’’homem branco’: un essere curioso, da scoprire con il loro sguardo intenso e penetrante, con cui giocare, con cui scambiare la realtà interiore. Un rapporto indissolubile, sia pure meno immediato e da costruire nel tempo, anche con gli adulti: in loro c’è una intensa spiritualità, una grande solidarietà comunitaria, una ‘forza vitale’. E’ l’umanesimo africano. Sono andato con tanta fiducia e ne ho trovato altrettanta: è così che abbiamo potuto costruire un piano partecipato, frutto del lavoro di centinaia di persone. Mi è servita la mia esperienza di Sindaco: puoi governare solo se c’è la fiducia, se c’è la partecipazione, se c’è il sentimento di un’impresa comune”.
Alberto Rizzerio e Valerio Balzini hanno parlato dell’esperienza di Pagano come di “un modello di cooperazione, in cui centrali sono le persone e i territori, gli Enti locali” e in cui c’è spazio per “l’internazionalizzazione delle nostre imprese, che devono essere responsabili dal punto di vista sociale e ambientale e non predatrici”. L’Africa, ha concluso l’autore, “non è una minaccia da cui avere paura, ma una possibilità di rinascita e di crescita per risollevare l’Occidente, perché l’Africa non ha solo la bellezza ma anche ciò che noi non abbiamo: la terra e i giovani”.