È uscito in libreria “Spezia nella guerra fredda – Il titanico sforzo di difendere l’indifendibile” di Stefano Danese e Silvano Benedetti (Edizioni Cinque Terre, 180 pagine, € 25).
Già autori di due precedenti libri di storia locale e militare, Danese e Benedetti tornano ad occuparsi del ruolo svolto della nostra città durante i conflitti del secolo scorso, affrontando questa volta il periodo della Guerra Fredda. Dallo studio degli archivi rimasti segreti fino a pochi anni fa sono infatti emersi documenti che testimoniano scenari incredibili relativi al periodo di crisi internazionale che ha rischiato più volte di sfociare in conflitto nucleare e il ruolo strategico svolto dalla nostra città in quegli anni.
Grazie all'accesso agli archivi pubblici e privati dei due autori (Archivio di Stato della Spezia, della Marina Militare, del Museo tecnico Navale, del Genio Militare, dell'Ufficio Storico, del C.S.S.N., di COMSUBIN e gli archivi privati Rolla, Ferrari e Lotti) è stato possibile raccontare attraverso immagini e documenti originali ed inediti la storia delle Opere Protette, chiarendo e spiegando la loro funzione partendo dalla loro creazione per arrivare al loro ruolo durante la Guerra Fredda.
Per Opere Protette si intendono tutte le gallerie scavate nella roccia delle montagne del golfo spezzino che tutti noi possiamo vedere da San Bartolomeo ai Colli, da Fabiano a Marola; costruite in previsione di un possibile conflitto vennero utilizzate come rifugio antiaereo nel '43, per essere poi impegnate nella difesa passiva degli obiettivi strategici con l'ingresso dell'Italia nella N.A.T.O. e l'inizio della Guerra Fredda.
Il libro è una testimonianza fondamentale e indispensabile per comprendere una parte importante della storia del nostro territorio poco conosciuta e ricca di grande fascino, e l'imponente apparato fotografico rende quest'ultima opera di Danese e Benedetti unica nel suo genere