Giorgio Pagano ha presentato il suo libro “Sao Tomé e Principe - Diario do centro do mundo” anche nella sede del Museo Africano di Verona, su invito dei missionari comboniani della Fondazione Nigrizia e della Ong Progetto Mondo Mlal.
Padre Venanzio Milani, coordinatore della Fondazione Nigrizia, ha elogiato il libro e ha condiviso la definizione datane da Mario Giro, Viceministro agli Affari Esteri, nel suo contributo: “Un libro più unico che raro”. Il missionario comboniano si è soffermato su alcuni temi centrali nel volume: l’autosufficienza dell’Africa, che sa trovare dentro di sé la forza per salvarsi; la concezione dello sviluppo declinata in modo non occidentale, ma con attenzione al senso della comunità e del crescere insieme; la concezione della cooperazione come impegno per rigenerare l’Africa “con” l’Africa, non “per” l’Africa; la grande attenzione al mondo delle donne, l’ossatura della società africana, e alla natura.
Mario Mancini, Presidente di Progetto Mondo Mlal, ha detto che dal libro il piccolo paese di Sao Tomé e Principe emerge come “cartina da tornasole della nostra civiltà” e che il piano elaborato da Pagano con la partecipazione dei saotomensi, fondato sul turismo sostenibile, “mette in discussione il modello di sviluppo e supera l’economicismo”, anche perché guidato dagli insegnamenti della “Laudato sì” di Papa Francesco. “L’Italia -ha concluso- sta vivendo una regressione provinciale, questo libro ci spinge a uscire dalle nostre chiusure e dalle nostre frontiere localistiche”.
Per Ruggero Tozzo, Presidente della Ong Alisei, per cui Pagano ha lavorato, il piano del Distretto di Lembà a Sao Tomé e Principe “è un piano innovativo per la cooperazione, fondato com’è sulla centralità delle persone e dei territori locali, ed è quindi un modello, che solo un Sindaco esperto in piani strategici poteva elaborare”. Il progetto, ha aggiunto, “è costato pochissimo e sta dando lavoro a centinaia di persone”.
Sergio Schintu, Presidente di Januaforum, ha ricordato che Paolo Dieci, Presidente di Link 2007, ha proposto che il libro sia adottato nelle scuole italiane per l’educazione alla mondialità.
Infine l’autore: “Ho cercato che gli africani fossero soggetti protagonisti di questo piano, non oggetti assistiti, e alla fine abbiamo indicato un’altra via di sviluppo del Distretto di Lembà rispetto a quella pensata dai Governi nazionali di Sao Tomé e Principe negli scorsi anni, una via innovativa imperniata non sul petrolio ma sull’agricoltura, la pesca e l’ecoturismo: in questo modo l’Africa diventa soggetto protagonista e non oggetto passivo della politica globale”. “Tutto questo è stato possibile -ha concluso- perché ho trovato una grande rispondenza nei saotomensi, un popolo ricco di spiritualità e di solidarietà comunitaria”.