Nato, voluto, ottenuto e morbosamente perseguito nel corso degli anni dagli impavidi (questi si, davvero) ragazzi del "Lavoratorio Sarzana", il cui perseverare non è diabolico ma decisamente angelico.
Il loro Festival non è un parto veloce apposito per l'evento, ma la somma della fucina di idee ed impegni costanti lungo l'anno che qui si realizza, quest'anno come per tutti gli anni, anche quando molti non valorizzano in toto questa realtà sarzanese che va avanti indefessa, nonostante gli scarsi aiuti e la scarsa pubblicità dedicati altresì ad altri eventi considerati più blasonati.
Forse per la difficile “timbratura" conseguente alla loro libertà d'essere.
Il Festival della Mentina nasce 5 anni or sono in quel laboratorio di fantasia ed impegno sociale che è sito in via dei Giardini, dove opera l'Associazione Rasoterra: nella sede, dal nome "Il Lavoratorio artistico", ogni anno rinnova se stessa e cresce in parallelo al suo impegno creando il Festival della Mentina sul lavoro invernale e facendone laboratorio di idee per il lungo inverno seguente.
Il 5° Festival della Mentina, appena terminato, chiamato "Il Festival Riduttivo" (perché nasce dalla definizione "Riduzione" e, in quanto tale, riduce la distanza tra chi crea arte e chi ne è in cerca) non ha deluso le aspettative, è cresciuto ancora e ancora crescerà costante.
Tre giorni di un mondo a parte, di una piccola via sarzanese in cui perdersi, in cui estraniarsi e lasciarsi coinvolgere diventando parte integrante dell'evento, mentine ignare e in breve inglobate e partecipi, avviluppate dall'atmosfera irreale che lì vige.
Attenzione però: "Il tutto viene inoculato a piccole dosi miste e ben bilanciate", non è solo ballare e divertirsi, è anche e soprattutto impegno sociale, eventi e relatori importanti, argomenti impegnativi e Cultura, quella magica parola spesso abusata e qui veramente valorizzata.
Complementare e non in antitesi al Festival della Mente e a Parallelamente, la Mentina è cresciuta da semplice cornice a vero contenitore multiforme di cultura, privo però di quel serioso alone che spesso contraddistingue la parola.
Girare l'angolo di via dei Giardini è pura aggressione di suoni, spettacoli, interviste, mostre e diversità, il tutto on air, in diretta sulle frequenze di Radio Rogna, la radio del Lavoratorio, che ogni lunedì trasmette in diretta la serata "Cascasse il Monday" (cliccate qui).
Difficile ricordare il tutto vissuto nella tre giorni di quest'anno, ci scusiamo con "Il tutto" e ricordiamo qualche evento e qualche sensazione:
- all'ingresso della via addobbata con appositi tendoni due "Aspiranti Monarchi" bloccavano costantemente il passeggio cercando (microfono alla mano e corona in testa) voti per la loro candidatura e curiosi da convogliare nella via del Festival - "Liberi di non decidere! Scegli il tuo Padrone! Vota Alternativa Monarchica, scegli il ritorno alla Monarchia assoluta" era
il motto su cui basavano il lungo manifesto del loro programma, tra i cui punti;
l'abolizione totale della democrazia e della libertà di parola, come pure delle spadrillas o dei pantaloni con i risvolti, l'obbligo ai mitteleuropei in generale di indossare scarpe da tennis al posto dei sandali con calzini, sino ad arrivare alla regolazione degli affari economici tramite il Monopoli, di quelli militari tramite il Risiko e il diritto di voto a cani, gatti e criceti e, contestualmente, revocandolo agli animalisti.
- poco oltre i curiosi si imbattevano nella possibilità di "Foto eterna" per la propria tomba, in apposita bara e con ampia varietà di indumenti e accessori vari a disposizione per la foto.
- in una "caratteristica pozzanghera" della via creata tutte le sere ad arte da un residente, nasceva improvviso uno stagno per 9 paperelle colorate, famose per la loro bellezza e per il sequestro accaduto in una delle notti, sequestro cui ancora non è seguita alcuna richiesta di riscatto.
Il Festival ha dedicato alle paperelle una poesia ed un minuto di silenzio la domenica sera, alle 23.30, in uno dei momenti di massimo caos.
Raccoglimento perfettamente riuscito e qui la poesia dedicata alle paperelle perse:
"Oh tu viandante che oltrepassi tale misera pozza /sappi che fin al crepuscolo ivi sguazzavan beate e paghe / nove paperelle dalle vivaci tinte / Nelle tenebre di corrente notte "da bruto rapite furon" / et a noi piace vagheggiar sempiterne libere in libero mar / affrancate da palustri visioni e reti senza Rete".
- le vecchie e famose radio sarzanesi e non riunite in un'unica Radio Sarzana Days, con tutti gli originali deejay di allora
- Roberto Zambelli per l'astronomia
- il "Mostracolo", gli spettacoli teatrali e le rassegne cinematografiche
- Carla Ridella con "Quella peste di Manzoni"
- i Signori della morte a confronto: Lorenzo Arioni e Angelo Tonelli
- Stefano Zattera e la sua magica matita
- l'offerta formativa di Osservatorio Fase 8 sulla pandemia globale definitiva
- i ragazzi disabili seguiti dal Lavoratorio e la loro radio Mentina in diretta
- la cucina semplice di mamma Milly e tanto altro, accessoriato con musica a tutte le ore, band e jukebox sommelier, Mentina Turchina con o senza trampoli e ben altro ancora.
Il tutto seguito dalle telecamere in diretta costante di Erman Canova Pasqualetti, papà di Il Mugugno Sarzanese.
Si, ci siamo dimenticati molto, ma chi ha vissuto la Mentina ben sa la difficoltà nel raccontare i tanti eventi e, chi ancora non l'ha vissuta (ma lo farà), di certo il prossimo anno ci capirà!