L’importante rassegna "Aronie Sacre percorrendo le Terre di Liguria", Festival Organistico Internazionale (ne abbiamo parlao qui), promossa come sempre dall’Associazione Culturale Rapallo Musica, ha portato nel Golfo dei Poeti due artisti eccezionali, che hanno dato voce all’organo della chiesa di S. Francesco, definito una “vera opera d’arte”, dagli stessi musicisti e dal direttore artistico che ha presentato la serata.
Si tratta, come noto, di un'iniziativa prestigiosa in ambito musicale e che porta, su tutto il territorio regionale, maestri organisti provenienti da tutta Italia e, in molti casi, anche da altre nazioni.
“Lo scopo della nostra rassegna è riscoprire questi gioielli ospitati, spesso inconsapevolmente, nelle nostre chiese. Scegliamo, in genere, strumenti in ottime condizioni, ma a volte decidiamo anche di compiere qualche sforzo in più, optando per strumenti che non sono al massimo delle condizioni, ma che, grazie alla presenza di questi Maestri, per una sera tornano a vivere, così da essere riscoperti anche dalla cittadinanza”.
L’organo realizzato da Nicomede Agati nel 1841 è un esempio di questa filosofia: restaurato dalla Pontificia Fabbrica d’organi Tamburini di Crema nel 1974, avrebbe bisogno di un nuovo intervento, e, ad oggi, non appare certo al massimo delle condizioni: “Non è stato facile suonarlo - racconta Walter Gatti, organista che ieri sera si è esibito insieme a Elena Saccomandi, alla viola- Proprio per le condizioni dello strumento, che resta comunque un’opera d’arte dal valore immenso”.
Strumento prezioso, dal timbro stupendo, è posto sopra l’ingresso principale e, nonostante il mancato restauro e pulizia, è stato scelto come tappa della rassegna, proprio per le sue potenzialità: “Sarebbe uno spreco lasciare in silenzio quest’organo. Speriamo che il nostro progetto, di portare musicisti di altissimo livello in giro per tutta la Liguria, possa servire per attirare l’attenzione su questi gioielli”.
L’appello è stato lanciato e subito accolto dal sindaco Leonardo Paoletti, presente alla serata: “Sicuramente è obiettivo dell’amministrazione mobilitarsi per far rivivere questo strumento ed anche quello ospitato nella chiesa di San Rocco. Cercheremo, insieme a tutte le parti chiamate in causa, di trovare la soluzione migliore per intercettare i fondi e capire come muoversi. Avere qui a Lerici opere d’arte di questo livello è senza dubbio un vanto ed è nella politica di questa amministrazione cercare di fare il possibile per valorizzarle”.
L’investimento è ingente: un restauro completo dell’opera si potrebbe realizzare in non meno di tre mesi, con una pulizia profonda delle canne, la sostituzione delle guarnizioni interne in pelle di montone bianco, che, garantite per 20 anni ad oggi risultano essere ovviamente consumate, facendo apparire il suono decisamente sottotono rispetto alle reali potenzialità dello strumento e sicuramente altri interventi per ridare splendore alla tastiera di 52 tasti, ai pedali e al prospetto decorato con due grandi pannelli ad intagli dorati.
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