Un corale applauso ha fatto seguito agli interventi del prefetto di Parma Giuseppe Forlani e del critico d’arte Bruno Corà, appositamente convenuti nell’occasione, per ricordare con sincero affetto il pittore Vittorio Sopracase, ad un anno dalla scomparsa, in occasione della bella mostra inaugurata sabato 13 maggio nella galleria “Il Gabbiano”(via N.Ricciardi, 15) e patrocinata dal Comune della Spezia, presente all’affollato evento con il sindaco Massimo Federici.
L’iniziativa culturale, molto ben curata dagli animatori dello storico spazio espositivo, con il contributo di Francesca e Alessandro Sopracase e di Serena Venturelli, Marta Manini e Mario Commone propone alcune sceltissime opere, che affermano l’inconfondibile linguaggio del pittore, nato nel 1942 a Galizana di Pola ed accolto alla Spezia con la mamma nel 1947, a seguito dell’aberrante barbarie delle foibe, che vide il padre Erminio tra le vittime di quell’immane eccidio.
La formazione al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti a Carrara, l’assidua frequentazione dei maestri locali, i positivi e non episodici rapporti alimentati con molti colleghi (Afro Basaldella, Gastone Breddo, Giorgio Celiberti, Mattia Moreni, Achille Perilli, Sergio Saroni, Toti Scialoja, Filippo Scroppo, ecc.), l’amicizia, in particolare, con il pittore umbro Enzo Brunori, costituiscono tappe significative della sua ampia biografia.
Nel suo intervento Corà, estensore tra l’altro di un interessante testo a corredo della mostra, non ha tralasciato di richiamare il continuativo impegno svolto da Sopracase, sin dagli anni Settanta, nelle vesti di sindacalista a sostegno della migliore visibilità del ruolo degli artisti nella società e di una adeguata considerazione del loro impegno professionale. I tre sindacati confederali hanno in quegli anni alla Spezia altrettante sezioni aperte agli operatori delle arti visive. Si susseguono dichiarazioni, incontri, convegni, occasioni di riflessione; il tutto mirato verso la promozione dell’arte e delle varie problematiche ad essa collegate. Sopracase inizia ad esporre negli anni Sessanta, collezionando una quarantina di personali ed oltre duecento collettive in Italia e all’estero. Particolare considerazione, avvalorando l’importanza del confronto artistico, attribuiva all’attività espositiva effettuata dal 1998 con il gruppo Pluritendenze Itineranti fondato a Stoccarda da artisti italiani e tedeschi..
A suffragare il rispetto rivolto alla sua esperienza pluridecennale è invitato nel 2008 alla “XV Quadriennale Nazionale d’Arte” di Roma, dove espone la tela di grandi dimensioni Deux temps dans le même temps, opportunamente esposta nella mostra al Gabbiano, visitabile sino al 10 giugno prossimo.
Il prefetto Forlani ha indugiato sulla bellezza di questo esemplare ed impegnativo lavoro del pittore spezzino, meritevole di essere ulteriormente valorizzato e fatto conoscere negli ambiti più specialistici. Altrettanto efficaci le due installazioni composte nella galleria, costituite da tubi di cartone, uno dei quali gigantesco e tutti strapieni di colori, che raccolsero diffusi apprezzamenti nel 2008 in mostra a Firenze.
In varie circostanze ho sottolineato l’esuberante e caratteristica pittura di Sopracase, contagiata dalla ricca esperienza del cosiddetto “Astratto-informale”, che nei primi anni Cinquanta venne sostenuto ed esaltato dal famoso Gruppo degli Otto con Renato Birolli, Antonio Corpora, Giuseppe Santomaso, Ennio Morlotti, Giuseppe Turcato, Emilio Vedova, Afro Basaldella e Mattia Moreni. A Sopracase, con l’indubbio bagaglio tecnico, va riconosciuta la capacità di affermare su piccole o su enormi superfici la ricchezza comunicativa dell’astrazione favorita da una tavolozza, nei quali il rosso, il giallo, il bianco, il nero, il bleu, il grigio, ecc. si amalgamano in seducenti miscele definendo scenari pieni di luce.
La storica dell’arte Raffaella Fontanarossa scrive che “dipingere, impastare i colori, rivelarne i segreti, trovare le soluzioni, animarsi nel dibattito critico sono, in maniera totalizzante e appassionante, tutti ingredienti di uno stesso percorso, quello che ha portato Sopracase a scegliere la linea della destrutturazione del metodo di rappresentazione”, mentre Corà dichiara che “la pittura di Sopracase è drammaticamente viva, ed è oggi l’unica entità non illusoria a cui poterci riferire e ricorrere per colmare il vuoto della sua scomparsa”.
La mostra è visitabile dal Martedì a Sabato, dalle 17.00 alle 20.00.
(Testo: Valerio Cremolini)