Quarant'anni durante i quali nella piccola città colorata e vivace, immersa nel profumo degli aranci, degli oleandri e delle acacie, dal 1823 al 1863, si costruirono alberghi e splendidi palazzi, si aprirono bar e ristoranti, si organizzarono manifestazioni estive con gare di barche, danze campestri, luminarie, alberi della cuccagna, e quasi tutte le sere, feste da ballo, sia nelle piazze che nelle case private, il tutto per allietare la moltitudine di villeggianti che con la buona stagione affollavano le spiagge del golfo, da Marola a San Bartolomeo.
Erano così tanti, gli ospiti forestieri, che il sindaco si rammaricava di non poterli accogliere tutti, malgrado l'apertura di numerosi alberghi e locande e la presenza di molte seconde case. Per i fortunati che riuscivano a trovare un posto il Comune allestiva anche una stagione lirica e una teatrale, sia d'estate che d'inverno.
Era insomma il tempo in cui Spezia sognava un grande futuro turistico, un sogno spezzato però sul più bello.
Di questo magico periodo della vita della nostra città - La Spezia, il tempo della dolce vita – per il ciclo "I giorni della storia", curato da Gino Ragnetti, si parlerà venerdì 3 marzo alle 17,30 all'OrtoBar "Il Poggio", situato nel Parco delle Clarisse, la splendida oasi compresa tra Via XX Settembre e Via XXVII Marzo, nei pressi del castello San Giorgio. La zona, a due passi da Via Prione, è facilmente raggiungibile usando i comodissimi ascensori che partono da Via Indipendenza e da Via XX Settembre.