Successo per "Cavalleria Rusticana", tragedia tutta mediterranea, capolavoro di Pietro Mascagni, tratta dall'omonima novella di Giovanni Verga, inserita nella rassegna teatrale del Teatro Olimpia di Vecchiano di Pisa e rappresentata dall'Associazione Orfeo InScena, sabato 18 febbraio alle 21,00, con l'orgoglio un pubblico assai attento che ha colmato più volte il teatro di applausi.
Diretta magistralmente dal M° Kentaro Kitaya, che ha curato anche la replica della regia di Alberto Paloscia e i momenti drammaturgici firmati Sergio Licursi di cui si onora la memoria, l'opera ha mostrato a pieno la sua profeticità e gli intrecci, carichi di grande tensione.
Cristina Martufi (Santuzza), soprano dalla grande bellezza vocale, ha donato una interpretazione di grande spessore: voce, calda, vibrante si è appropriata con naturalezza del suo personaggio innalzato alla statua di una grande peccatrice redenta.
Non da meno Gabriele Munaò, che ha esplicato a pieno, con voce possente, penetrante, la maturazione psicologica, drammatica ed emotiva di Turiddu.
Intenso nella voce e notevole anche nella presenza scenica l'energico Andrea Rola nei panni di Alfio, marito tradito fremente di gelosia.
Eccellente, sul palco, Roberta Ceccotti, impeccabile nello stornello, ricca nei colori della voce e interprete di una straordinaria Lola, amante di Turiddu.
Molto bene anche per Sandra Mellace che disegna con forza e registro grave una Mamma Lucia accorata, disperata e convincente.
Molto ben condotto il compito del M° Collaboratore Stefano Marin.
Impeccabile il compito narrativo ottimamente svolto dalla pianista M°Miki Kitaya – Ensemble Artemide.
La musica ha accompagnato la tragedia, sottolineando impulsi e conflitti sanguigni, rendendo palpabile il dramma musicale e intensi egli episodi di "musica in scena" quali: il coro gli "aranci olezzano" e la preghiera "Inneggiamo, il Signor non è morto", la sortita di Alfio carrettiere "Il cavallo scalpita", lo stornello di Lola "Fior di giaggiolo", il brindisi di Turiddu "Viva il vino spumeggiante"e infine l'annuncio della catastrofe "Hanno ammazzato compare Turiddu!", che annuncia la tragedia.
Bene anche la parte corale, accento fondamentale nell'opera, sostenuta dal Coro Lirico La Spezia preparato dal M° Kentaro Kitaya, eccellente artista, tenore dal poliedrico talento che si è espresso con successo personale, di pubblico e critica in qualità di direttore e regista dell'opera.
Successo assoluto anche per "La Serva Padrona", opera di Giovanni Battista Pergolesi, modello di perfezione del teatro comico all'italiana nella quale la linea vocale contiene già in sé stessa formidabili impulsi cinetici e suggestive inflessioni espressive.
Hanno dato vita all'opera, sotto il segno della spontaneità e di uno spumeggiante umorismo: Serpina, la serva furba ed ambiziosa interpretata da una strepitosa e deliziosa Roberta Ceccotti dalla bella voce ammaliatrice; Uberto, interpretato da Veio Torcigliani che, incisivo nella recitazione e nella linea di canto, ha sostenuto con carisma scena e personaggio; Vespone, il servo muto, è stato interpretato da Valeria Lanini che ha arricchito il ruolo con gustose sfumature espressive.
Con le voci, l'elegante ricamo sonoro della pianista M° Miki Kitaya e l'Ansemble Artemide diretto pregevolmente dal M° Kentaro Kitaya ha impreziosito l'opera e trascinato il pubblico nell'ambientazione e nel periodo storico.
Molto bene apprezzate e di grande effetto le scenografie di Marina Meoni, i costumi di Rachele Ceccotti e la direzione dell'allestimento affidata a Daniele Donofrio
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Le foto sono di Luca Bini
(Testo: Ezia Di Capua - Curatore dell' Associazione Coro La Spezia)