Gli incontri si sono tenuti al Castello di Riomaggiore e alla Spezia, nella sala Revere del Liceo Mazzini, per iniziativa dell'Associazione Culturale Mediterraneo, in collaborazione con il Parco Nazionale delle Cinque Terre, il Comune di Riomaggiore e il Liceo Mazzini. A Riomaggiore, dopo il saluto del Sindaco Fabrizia Pecunia, sono intervenuti Vincenzo Rezasco, Vicepresidente del Parco, don Luca Palei, direttore della Caritas Diocesana della Spezia, e Giorgio Pagano, Presidente di Mediterraneo.
Calzolaio ha spiegato che i flussi migratori contemporanei non sono un'emergenza, un evento eccezionale, ma un fenomeno costitutivo della nostra identità di specie: "Le specie umane migrano da sei milioni di anni, lo hanno fatto prima in Africa, poi ovunque, e gli esseri umani sono evoluti anche grazie alle migrazioni". Migrare, ha detto Calzolaio, "ha rappresentato in passato una strategia essenziale di adattamento all'ambiente, la migrazione era una forzatura imposta dal clima". Poi l'uomo ha cominciato a trasformare l'ambiente, ma "non si è emancipato dai vincoli ambientali", perché anche oggi "le costrizioni che spingono a migrare sono sia legate alle guerre e alla povertà che al clima: la siccità, le inondazioni, l'inquinamento". Va quindi "garantita la libertà di migrare", ma anche "il diritto di restare nella terra in cui si è nati, con una politica lungimirante che agisca su guerre, povertà e cambiamenti climatici ed eviti le migrazioni forzate".
Le migrazioni forzate dovute agli eventi climatici hanno riguardato dal 2008 al 2014 oltre 185 milioni di persone. Saranno oltre 250 milioni nel 2030. E' indilazionabile, ha sostenuto Calzolaio, "riconoscere loro lo status di rifugiati climatici", perché oggi "queste persone non possono essere riconosciute rifugiati, vengono respinte o diventano clandestine". La distinzione tra rifugiati (da guerre e persecuzioni politiche), migranti economici (che fuggono dalla povertà) e migranti ambientali "non regge". Calzolaio ha così concluso: "Tutti vanno accolti, tutti vanno aiutati a tornare nel proprio Paese. E nei confronti di tutte le migrazioni forzate bisogna agire per prevenire e per impedirle. Perché restino solo le migrazioni libere. Ma per questi fini serve una politica lungimirante e solidale, di cui purtroppo si vedono scarse tracce".