La D'Alessandro, ha continuato Pagano, "ci spinge a prendere atto che i confini dell'Europa non coincidono né con quelli dell'euro, né con quelli dell'Unione o della Nato, ma abbracciano tutti i Paesi confinanti, dal Medio Oriente al Nord Africa; e quindi ci spinge a 'unire le due sponde', smettendola di costruire muri e costruendo invece partenariati economici, sociali, culturali". E' quello, ha concluso, che è mancato in questi anni: "l'Europa non ha saputo guardare al Sud, non ha fornito una sponda adeguata alle primavere arabe, le ha lasciate sole, contribuendo in questo modo a rafforzare il fondamentalismo islamico e il terrorismo".
Concetti su cui è tornata l'autrice: "Il Mediterraneo è tante cose insieme, è stato ed è anche teatro di sangue, ma non deve essere visto solo come conflitto, perché è stato ed è anche e soprattutto un laboratorio di meditazione per la convivenza pacifica". "L'orizzonte del mare -ha proseguito- è l'andare oltre, è la speranza", e "il pensiero mediterraneo è l'unico pensiero alternativo al nichilismo dilagante nel mondo occidentale, perché non fa coincidere progresso e sviluppo e combatte la velocità nel nome della lentezza".
Alla domanda su chi oggi incarna questa speranza la D'Alessandro ha risposto: "Non il potere dall'alto ma il nostro impegno personale e sociale dal basso, innanzitutto quello in campo culturale, perché la cultura è l'antidoto ai pregiudizi e allo scontro tra civiltà". Pagano ha convenuto: "Guardiamo alla Tunisia, è l'unico Paese dove la primavera araba non è diventata inverno, perché la società civile si è impegnata ed è riuscita, con una spinta dal basso, a spingere la politica a formare un governo in cui convivono, su posizioni laiche, sia le forze di sinistra che le forze islamiste".
La prossima iniziativa del progetto si terrà sempre al Parco Shelley di San Terenzo mercoledì 7 settembre alle 21, con lo scrittore ed antropologo Marco Aime, che discuterà di "Convivenze".
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(Foto: Enrico Amici)