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Così gli insegnanti cattolici “costruirono” la scuola spezzina del dopoguerra In evidenza

Di recente Spezia ha dato l'ultimo saluto terreno all'ispettore scolastico Franco Chiappini. Negli stessi giorni, a Ortonovo, in uno degli incontri periodici del "Sentiero", è stato ricordato, a un anno e mezzo dalla morte, il preside Giuseppe Franciosi, che del mensile delle parrocchie era stato tra i fondatori e tra i collaboratori più assidui.

Due eventi slegati tra loro, all'apparenza, ma che invitano a riflettere su un tema non banale in tempi in cui, di nuovo, si parla di riforma della scuola e di "buona scuola": il ruolo, cioè, che docenti e dirigenti di matrice cattolica ebbero, nella vita scolastica del dopoguerra alla Spezia e in provincia ed in particolare nella formazione dei nuovi insegnanti e nell'educare le generazioni del "boom" economico. Oggi si parla tanto di "laicità" della scuola e spesso si utilizza il termine per contrapporlo a presunte ingerenze ideologiche o religiose, in particolare di matrice cattolica. Ebbene, la storia della seconda metà del Novecento sta invece ad indicare che proprio i docenti cattolici furono esempio "dignitoso e netto" di laicità e di democrazia, nel rispetto della Costituzione, delle leggi e soprattutto della persona degli alunni e dei colleghi docenti. Altrove, se mai, in quei decenni dovettero constatarsi tentativi di prevaricazione ideologica o politica. Certo, non furono solo i cattolici a "plasmare" la scuola del dopoguerra: notevole, ad esempio, fu l'apporto dei socialisti, specie in campi quali l'integrazione scolastica, la riforma della didattica, il rapporto scuola – lavoro. Personalità come Pietro Cavallini, Mario Scoglietti, Gianfranco Mariotti sono state significative per quell'area culturale. Ma il ruolo dei cattolici resta fondamentale, sia nel campo didattico sia in quello politico e pre-politico, con l'apporto dato alle amministrazioni locali, alla stagione dei "decreti delegati" e, in modo del tutto innovativo, al ruolo della donna nella società. Le due grandi organizzazioni professionali, l'Aimc (maestri cattolici) e l'Uciim (insegnanti medi) sono state un vero faro di formazione per i giovani docenti e di innovazione didattica, adeguata ai tempi. Chiappini e Franciosi, scomparsi da poco, sono esempi importanti. Ma lunghissimo è l'elenco di personalità alle quali la scuola spezzina deve davvero tanto: tra i tanti, Aldo Bellotti, Claudio Solari, Lina Valle, Rolando Carotenuto, Rita Barontini, Bianca Sposato e, nelle medie e superiori, i coniugi Ghetti, Claudia Merlo, il gruppo delle laureate cattoliche formatosi attorno a Itala Mela e ad Angela Gotelli, Dora Lucciardi, le sorelle Pontremoli e così via, sino a Ennio Silvestri e a Franca Vannucchi. Un grande esempio per il mondo cattolico di oggi, ma anche per la città e per la provincia. (19 luglio)

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