La mostra, promossa dal Comune della Spezia e prodotta dall'Istituzione per i Servizi Culturali, è curata da Marzia Ratti e resterà aperta al pubblico, per tutte le festività natalizie, fino al 26 gennaio 2014. Scopo principale dell'esposizione – oltre a ribadire l'importanza di un grande artista spezzino ben inserito nel gusto e nelle committenze internazionali ottocentesche, dandone una nuova rilettura – è quella di sensibilizzare la cittadinanza sull'urgenza e l'importanza del restauro di alcuni pezzi. La speranza è che il pubblico sia numeroso per far sì che tutta la cittadinanza possa contribuire alla conservazione di un patrimonio così prezioso anche solo con l'acquisto del biglietto d'ingresso. Da segnalare che tutte le opere in mostra appartengono alle collezioni civiche del Comune della Spezia. La mostra è presentata dalle parole di Marzia Ratti, una delle studiose più accreditate sulla figura artistica di Agostino Fossati: Senza disconoscere le più antiche origini, La Spezia che oggi conosciamo è nata nell'Ottocento, generata dal grande progetto dell'arsenale militare, come necessaria conseguenza urbana per accogliere la forza lavoro e l'organizzazione sociale di una città in repentina trasformazione. Insieme ad essa è sorto tutto il resto: facies urbana, classi dirigenti, imprenditoria, scuole, cultura, attività politiche e sociali. Anche l'arte: con una scuola pittorica che possiamo far iniziare con Agostino Fossati e Giambattista Valle, per continuare dopo con la generazione a cavallo del secolo rappresentata dal magistero di Felice e Angiolo Del Santo rispettivamente per la pittura e per la scultura. Tuttavia, ancor prima del disegno militare, La Spezia era cresciuta insieme alla notorietà turistica del grande Golfo, secondo solo a quello di Napoli per la bellezza dei luoghi marini e per la loro fortuna pittorica in Italia e in Europa. È proprio grazie alla pittura di paesaggio internazionale che la costa da Portovenere a Lerici era diventata famosa nelle principali corti europee dell'età della Restaurazione e, per questa via culturale, era divenuta anche un'icona del paesaggismo italiano che produsse qui come altrove i protagonisti di una fortunata stagione dell'arte italiana. Tra il 1856 ed il 1870 una folta schiera di artisti indigeni ed esotici, come ebbe a dire Signorini, faceva rotta alla Spezia per misurarsi con la rappresentazione del paesaggio illuminato dall'accecante riflesso del mare che forniva inedite sfide per la rappresentazione del vero e dei motivi d'impressione. Un grande interprete di un tempo nuovo in pittura, basato sulla realtà e sulla ripresa dei motivi dal vero e certamente aggiornato sulle novità del paesaggismo internazionale, è Agostino Fossati (La Spezia 1830-1904), cui toccò in sorte di vivere nel periodo più fecondo per la trasformazione della pittura di paesaggio, nell'ambito del più veloce e profondo cambiamento subito dalla città, dove egli nacque e dove trascorse tutta la vita, dipingendo e insegnando nelle scuole tecniche secondarie. Le collezioni museali cittadine possiedono una grande collezione di dipinti e di disegni appartenuti al pittore, acquisiti per la maggior parte nel 1922 dall'ultima figlia Delvia, una selezione numerosa dei quali è esposta in questa mostra. Vi compaiono insieme a dipinti molto conosciuti ed amati dagli Spezzini anche opere che non sono mai state esposte in anni recenti, neppure nella articolata mostra monografica tenutasi qualche anno fa. Si tratta di vedute della città, minuziose e precise, che ritraggono il centro prima e durante i lavori dell'arsenale, nonché di vedute panoramiche dal mare aperto o dalle colline, un repertorio vasto e dettagliato degli angoli, delle vie e degli scorci più belli che la città offriva a quel tempo. In alcune tele di maggior impegno oggi visibili nelle sale di rappresentanza del Comune, a volte concepite en pendant per restituire l'arco del Golfo di Ponente e di Levante, si esprimono tutte le qualità del pittore di 'marine', cui Fossati deve la sua principale notorietà e fortuna. La raccolta dei dipinti detti della vecchia Spezia costituisce una testimonianza fondamentale dell'arte della maturità del pittore, caratterizzata da una tavolozza chiara e trasparente, da una base disegnativa elaborata su schizzi ed esecutivi di grande freschezza, da tagli compositivi che si spingono spesso sul formato orizzontale a lunghe profondità di campo. In essi è evidente l'apertura alle nuove modalità di resa del paesaggio che percorrono tutta l'Europa fra primo e secondo Ottocento e specialmente l'attenzione alle novità pittoriche della Toscana, del Piemonte e della Liguria, un crocevia interessante di presenze ed esperienze alle quali Agostino Fossati poté partecipare direttamente, accostando e conoscendo i Macchiaioli del Caffè Michelangelo e i tanti pittori en plein air presenti alle Promotrici di Torino, Genova e Firenze che frequentò a lungo. Oggi che l'Ottocento è stato finalmente rivalutato dalla cultura italiana, dopo un ritardo che ha dell'incredibile rispetto al valore dell'enorme patrimonio artistico nazionale pre e postunitario, anche la Spezia credo possa ripensare questo grande momento della sua cultura, centrale e fondante all'identità cittadina consegnataci dalla storia moderna e contemporanea.