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Prosegue il percorso di recupero delle strutture storiche della città per la riscoperta della bellezza del patrimonio culturale spezzino.

Questa mattina il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini ha inaugurato il rinato Parco delle Clarisse a seguito della conclusione dei lavori di recupero e restauro fortemente voluti dall'Amministrazione. All'interno sono presenti i resti del Convento delle Clarisse e della Chiesa di Santa Cecilia.

All'inaugurazione erano presenti l’Assessore ai Lavori Pubblici Pietro Antonio Cimino, l'Assessore Regionale Giacomo Raul Giampedrone, l'architetto Anna Ciurlo, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Genova e della Spezia. Presenti i Consiglieri regionali Medusei e Frascatore, gli Assessori comunali Carli, Casati, Gagliardi, Giarelli, Guerri e Saccone, il Presidente del Consiglio comunale Salvatore Piscopo.

L'area della Chiesa di Santa Cecilia e dell'ex Convento delle Clarisse subirono pesanti bombardamenti nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, ma grazie a un importante progetto dell'Amministrazione sono stati riqualificati e messi in sicurezza i resti per restituire alla città l'area del Parco della Clarisse come spazio di socialità, cultura e benessere. All'interno, oltre alla possibilità di trascorrere il tempo libero all'aria aperta, leggere un libro o semplicemente godere della tranquillità del luogo, potranno essere organizzati spettacoli ed eventi per tutta la cittadinanza. Inoltre ospita un allestimento di opere, rappresentando l'inizio del progetto del "museo a cielo aperto", che ha l'obiettivo di valorizzare i numerosi reperti custoditi nei depositi attraverso la loro esposizione in vari luoghi della città, creando un collegamento tra di essi e informando cittadini e turisti sulla storia della città.

Il Sindaco Pierluigi Peracchini ha dichiarato: “Il progetto “La Spezia Forte” è per noi molto importante. Lo abbiamo voluto e desiderato e quasi compiuto. Grazie all’Amministrazione comunale e a questo progetto stiamo riportando alla luce luoghi storici dimenticati, come il Parco delle Mura, il Parco della Rimembranza, la Batteria Valdilocchi e il Rifugio Antiaereo Quintino Sella ed ora questa inaugurazione. Qui la seconda guerra mondiale ha provocato delle ferite difficilmente rimarginabili, ma la cosa più triste è che è stata usata come area di abbandono. Noi vogliamo valorizzare la nostra storia, non nasconderla, farla rivivere nelle possibilità che ci sono date. Per questo abbiamo fatto questo lavoro. Ringrazio la Sovrintendenza, Regione Liguria che ci ha aiutato finanziariamente, gli uffici comunali e tutte le persone che hanno lavorato, con grande passione, in questi siti. In pochi sanno che qui per esempio, c’era la Chiesa di Santa Cecilia e il Convento delle Clarisse. Ecco perché è importante imparare la storia, conoscerla e farla rivivere. Oggi grazie a questa amministrazione quest’area è stata recuperata e valarizzata, restituendo alla cittadinanza un prezioso spazio, un “museo a cielo aperto”. Grazie a tutti.”

L’Assessore comunale ai Lavori pubblici Pietro Antonio Cimino ha affermato: “Questo importante sito si inserisce nel percorso di recupero delle strutture storiche della nostra città, per la riscoperta della bellezza del Patrimonio culturale, che dobbiamo mantenere e valorizzare per non perdere l’identità del nostro territorio e della nostra storia.”

L’Asssessore Cimino ha proseguito spiegando che i lavori hanno avuto inizio nel mese di ottobre 2023 e sono terminati nei giorni scorsi, tenendo presente la particolarità del sito, in quanto è a cielo aperto. Cimino ha poi ringraziato il Sindaco, Regione Liguria, l’Ing. Rinaldi, l’Architetto Caterina Marmori, l’Ing. Stefanelli, l’Ing. Trapani, la Sovrintendenza, la ditta Kairos, la ditta GR Restauro Conservativo, la GBT Costruzioni, la Aicos Traponi, la ditta Santa Maria, la ditta Chiocca, il dott. Marmori, il dott. Paolicchi, la dott.ssa Alessi, e il personale del comparto dei lavori pubblici, dal geom. Paolo Antiga a Paolo Godani.

"Sono davvero orgoglioso che la Regione abbia contribuito in modo determinante al raggiungimento di questo traguardo - dichiara l'assessore regionale alle Infrastrutture Giacomo Raul Giampedrone - L’inaugurazione di oggi conclude un percorso nato con l’ex Presidente Toti, che vorrei ringraziare, nel quale abbiamo stanziato oltre 1 milione e mezzo di euro per il progetto di valorizzazione e restauro di questo complesso monumentale, nell'ambito di un impegno straordinario della Regione per il più grande mosaico di Spezia Forte su cui abbiamo investito complessivamente in questi anni oltre 5 milioni di euro di risorse regionali, anche per la riqualificazione del Parco delle Mura, del Parco della Rimembranza e per il recupero della galleria Quintino Sella. Un ringraziamento al Presidente Bucci, che oggi mi onoro di rappresentare insieme ai miei colleghi Consiglieri regionali Medusei e Frascatore. Nel corso del tempo abbiamo fatto tante inaugurazioni di questo progetto ed oggi si conclude questa prima parte, di grande impegno da parte di tutti. Tutto questo per restituire agli spezzini luoghi da vivere appieno riscoprendo la storia antica di questa città e anche per ampliare l'offerta turistica, con un grande valore aggiunto per l'intera provincia spezzina".

“Mi unisco ai ringraziamenti, in particolare ai colleghi del Comune, coi quali abbiamo sempre lavorato bene - ha aggiunto Anna Ciurlo -Questi momenti sono quelli più giusti per ringraziare tutti coloro che hanno lavorato, e che non si sono spaventati di superare situazioni complicate. Se ci sono problemi e non si cercano soluzioni, si è parte del problema. Grazie a tutti.”

Il cantiere per la valorizzazione e il restauro dell'ex convento delle Clarisse si è caratterizzato dalla complessità dei luoghi e, di conseguenza, dell'organizzazione delle lavorazioni. L'intervento ha riguardato tre parti, ben distinte ma strettamente connesse tra loro: il sito del convento delle Clarisse, andato per la maggior parte distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale e visibile da Via XX Settembre; il "mondo sotterraneo" dell'ex rifugio antiaereo, attualmente accessibile solo da Via Prione; e l'uscita dall'ex rifugio nei pressi della chiesa dei Santi Giovanni ed Agostino. I lavori del Parco delle Clarisse rientrano nel secondo lotto di interventi, che ha seguito il recupero della Galleria ex rifugio anti-aereo "Quintino Sella".

Gli interventi hanno consentito il consolidamento delle murature e il loro restauro, suddiviso in tre macro gruppi: la pulitura, il consolidamento e la protezione finale, tutti finalizzati a rendere agibile e sicura l'area archeologica. È stata realizzata un'illuminazione scenografica per valorizzare le mura storiche, un nuovo impianto di illuminazione pubblica e luci di sicurezza per consentire la fruizione notturna. Inoltre, è stata creata un'uscita di sicurezza verso l'ascensore del Castello San Giorgio, rendendo l'area adatta anche all'organizzazione di eventi. La pavimentazione è stata completamente rifatta utilizzando materiali naturali e drenanti, per garantire la permeabilità del suolo e l'accessibilità anche alle persone con disabilità. Infine, sono stati ridefiniti i percorsi interni e sistemati gli spazi verdi con l'utilizzo di pietre in arenaria ritrovate in loco.

La riqualificazione del Parco delle Clarisse è parte integrante del progetto "La Spezia Forte", un ambizioso piano dell'Amministrazione comunale per valorizzare il patrimonio storico della città. Questo progetto ha già portato al recupero di siti come la Batteria Valdilocchi, il Parco delle Mura, il Parco della Rimembranza e il ricovero antiaereo Quintino Sella. Con l'aggiunta del Parco delle Clarisse, un'altra importante porzione della città è stata restituita ai cittadini e ai turisti che visitano il vicino Castello San Giorgio.

L'intervento complessivo ha richiesto un investimento di 800mila euro, di cui 665mila finanziati dal Fondo Strategico Regionale e 135mila da risorse comunali.


CENNI STORICI

L'area oggetto di progettazione dell'ex Convento delle Clarisse e della Chiesa di Santa Cecilia si presentava all'inizio dei lavori in stato di rudere. Pur non essendo del tutto accessibile, era possibile individuare la traccia dei corpi di fabbrica e di parte degli spazi di servizio all'attività conventuale.
Il complesso è limitato a sud-est e a sud-ovest dalle murature dei corpi di fabbrica relativi alla Chiesa e al locali di servizio, a nord-ovest dal sistema di risalita cittadino (ascensore di San Giorgio) e a nord-est dalla scalinata che porta al Castello di San Giorgio. Il convento delle Clarisse fu fondato nel 1593, anno di posa delle prime pietre, sulla collina del Poggio, al di sotto del Castello di san Giorgio e luogo privilegiato della città nonché parte del primo insediamento del nucleo urbano della Spezia.
Nel 1648, in seguito a varie operazioni immobiliari e a cospicue donazioni, i lavori furono completati e il monastero entrò in opera. Quasi un secolo dopo, nel 1729, la Chiesa adiacente venne dedicata a S. Cecilia, ma in seguito all'avanzata e alla successiva conquista napoleonica, il monastero (come molti altri sul territorio italiano) venne soppresso sul finire del Settecento.
Il complesso architettonico fu convertito dapprima in scuola e poi, nella seconda metà dell'Ottocento, in ricovero per anziani. Intorno al 1885, fu, infine, trasformato in Lazzaretto.
Destino migliore, a livello funzionale, lo ebbe alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale quando, il governo cittadino, decise di convertire il corpo di fabbrica in Museo Civico atto ad ospitare reperti, tra gli altri, di epoca romana. Il Museo ebbe vita breve: come molte zone della Città, subì pesanti bombardamenti nel 1943.

Dopo che, a fine guerra, il Genio Civile mise in sicurezza l'area attuando operazioni di bonifica e demolendo parti del manufatto architettonico ancora rimaste in piedi, ma ritenute pericolanti, l'abbandono del sito diventa sempre più evidente tanto che nella Chiesa vi fu un accumulo di più di 3 metri di detriti e di terra.

Tra gli anni '70 e '80 il sito venne ceduto come deposito alla nettezza urbana: ai muri rimasti intatti vennero addossati setti in mattoni forati e nel chiostro vennero collocati alcuni prefabbricati, oltre che l'inserimento di infrastrutture elettriche e telefoniche. Il degrado dei manufatti è, quindi progredito, dando luogo a situazioni che destano preoccupazione in relazione alla conservazione di un luogo di grande valore documentale relativamente alla storia cittadina.

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