Nella giornata di sabato 14 dicembre, presso la sala consiliare della Provincia della Spezia, si è tenuta la presentazione della collana editoriale pensata dalla Pro Loco del Golfo “I Quaderni della Pro Loco”. Durante l'evento è stato anche presentato il primo volume pubblicato “Maralunga”.
Ad aprire la presentazione è l’Assessore Guerri, in rappresentanza del sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini, che ha ringraziato la Pro Loco del Golfo per l’impegno nel valorizzare il nostro territorio, promuovendone la conoscenza e l'identità presso i cittadini. In rappresentanza dell'Amministrazione comunale anche l'Assessore Manuela Gagliardi.
Dopo un breve saluto del presidente della Pro Loco, Ammiraglio Silvano Benedetti, la parola passa alla vicepresidente Anna Mori, che ha introdotto la presentazione dei Quaderni.
Anna Mori ha raccontato che la Pro Loco del Golfo è nata a ottobre 2021 con l’obiettivo di valorizzare e promuovere l’immenso patrimonio culturale, storico, artistico, architettonico del nostro territorio, attraverso anche la restituzione degli studi che i soci hanno portato avanti per tanti anni, spinti dalla passione per la nostra città e il Golfo. Alcuni di questi studi parlano di contenuti inediti, mai studiati da nessuno prima in modo così accurato.
Continua affermando che il nostro territorio ha una lunga storia da raccontare, dagli insediamenti di età preistorica ad esempio nella zona di Melara e San Venerio, i cui reperti possiamo ammirare presso il Castello di San Giorgio, ai Liguri Apuani di cui restano i Castellari in Val di Vara o le tracce sul sentiero numero 1. I Romani, ricordiamo ad esempio il ponte ritrovato in Via Bassa, fino al Medioevo con i tanti castelli contesi dai Fieschi e dai Doria, da Genova e da Pisa e quando nel 1343, il 1 aprile, la nostra città è diventata una Podesteria.
La storia continua, le famiglie nobili che qui hanno edificato i loro palazzi nel ‘700, ricordiamo i Rolli di Piazza Sant’Agostino, dove visse anche Virginia Oldoini, la Contessa di Castiglione. In quel periodo alla Spezia vissero anche altri due personaggi che, grazie ai loro studi, hanno contribuito tanto alla storia spezzina: Giovanni Podenzana e Giovanni Capellini.
Il XIX secolo ha visto la nostra città cambiare volto e cavalcare uno sviluppo senza precedenti a partire dal 1862, quando è stata posta la prima pietra dell’Arsenale Militare. Successivamente il golfo è stato fortificato con un sistema di forti e batterie che non è presente altrove: per esempio a Roma ci sono 15 fortificazioni, a Parigi 19 e il nostro Golfo ne conta 46, un patrimonio storico davvero inestimabile. Le 46 fortificazioni sono solo quelle ottocentesche, cui si aggiungono castelli, forti settecenteschi, batterie costiere e antiaeree del '900, ricoveri antiaerei e opere protette, per oltre 80 opere sparse dal Tino a Punta Bianca. Un patrimonio architettonico storico militare unico al mondo, in gran parte abbandonato, che la Pro Loco del Golfo crede che possa e debba diventare un volano economico per l’intero golfo.
E poi ancora il liberty, il futurismo, tanti altri personaggi da Mazzini a Marinetti a Balbo, per ricordarne alcuni, hanno contribuito a scrivere la nostra storia. E poi ancora il boom industriale, le famiglie spezzine dei Beconcini, Antonini, Lotti e Valdettaro che hanno gettato il seme che ha portato oggi La Spezia a diventare la Capitale della Nautica.
La Pro Loco, che ha l’obiettivo di divulgare la conoscenza del nostro territorio a più persone possibili, facendo conoscere questa nostra grande storia per far maturare la consapevolezza della nostra identità e un sentimento di orgoglio di essere spezzini, si è chiesta come fare a coinvolgere il maggior numero di persone possibili, e da qui è nata l'idea de “I quaderni della Pro Loco”, una collana editoriale suddivisa in diverse sezioni per racchiudere tutto lo scibile possibile: fortificazioni, città e industrie, edifici religiosi, arte e architettura, ambiente e sapori.
Nella sezione fortificazioni ha già visto la luce la prima pubblicazione dedicata alla batteria di Maralunga. Il volume è stato pubblicato grazie al sostegno economico dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale e alla grafica di Paola Ceccotti. Per quanto riguarda i contenuti, questi sono il risultato di anni di studio condotti da Silvano Benedetti e Stefano Danese. Le immagini contenute nel libro, che non è voluminoso, ma è un concentrato incredibile di storia e cultura, sono state tratte dagli archivi di Stefano Danese e Silvano Benedetti, dal web, ma ci sono alcune fotografie inedite grazie al contributo di Roberto Besana.
A questo punto Anna Mori ha vestito i panni della giornalista, proponendo un’intervista ai due autori del libro, Stefano e Silvano, per far raccontare loro aneddoti e curiosità che si possono scoprire leggendo il libro.
Perché questo libro su Maralunga?
Silvano Benedetti ha risposto che il libro su Maralunga nasce dal fatto che ormai da tre anni la Pro Loco svolge per i propri soci visite a Maralunga, che hanno permesso di scoprire anche aspetti inediti della batteria e, in generale, del promontorio. Maralunga, inoltre, è una sintesi che racchiude un pò tutti gli argomenti previsti dalle diverse sezioni della collana: fortificazioni, arte, architettura, edifici religiosi. E' un luogo che non solo fa parte del comune di Lerici ma anche del Golfo, avendone scritto importanti capitoli di una storia che va letta in maniera collettiva.
Il volume è il risultato di tanti anni di studio...
I due autori hanno risposto che raccolgono informazioni, tra cui immagini e documenti della storia della Spezia, da oltre vent’anni, e quindi la quantità del materiale che hanno è enorme. Nel volume hanno voluto quindi raccogliere questi documenti in maniera concreta, creando un libro non voluminoso, ma con un concentrato di informazioni importanti, esaustive e non ridondanti, con l'obiettivo di far conoscere i risultati delle ricerche al maggior numero di persone possibile.
Maralunga è un luogo particolarmente interessante dal punto di vista storico, sul promontorio sono avvenuti tanti cambiamenti...
La prima destinazione del promontorio è stata religiosa con il ritrovamento della pala lignea nel 15° secolo. Intorno a questo ritrovamento è stata tratta piccola cappella poi trasformata in chiesa con un monastero degli agostiniani. Successivamente, all'inizio del 19° secolo, con l'avvento dei napoleonici, il convento chiuso ed edifici religiosi abbandonati. Iniziò dopo pochi anni la prima trasformazione con la costruzione di una piccola batteria genovese, per la protezione della baia dietro Maralunga. Alla fine dellì800, con la realizzazione della piazzaforte marittima, il promontorio venne armato con tre batterie di cannoni per la difesa dell'accesso al golfo. Oggi c'è ancora un poligono di misure elettroniche e lo stabilimento balneare.
Potete svelarci alcune vere e proprie chicche che sono contenute nel volume?
All’interno del volume “Maralunga” vi sono foto inedite delle artiglierie della Batteria. Inoltre è presente una fotografia scattata ad alta definizione da Roberto Besana dell'affresco di Luigi Agretti sulla volta della chiesa di San Francesco a Lerici, che raffigura il ritrovamento della pala lignea a Maralunga. Una fotografia di tale definizione non esiste su nessuna fonte disponibile. Sempre di Roberto Besana, un'altra immagine di un quadro esposto sempre nella chiesa di Lerici, dove in basso si vede il promontorio di Maralunga con la chiesa e il convento. Sono inoltre riportati diversi quadri del '700 e '800, ora sparsi in diverse località nel mondo, che raffigurano la punta di Maralunga dietro al castello di Lerici.
Nel condurre gli studi e nello scrivere il volume, avete scoperto qualcosa che non sapevate?
I due autori dicono che durante le visite per i loro studi a Maralunga, hanno avuto la possibilità di entrare anche in luoghi che sono chiusi al pubblico, quale il rifugio antiaereo e i siti dei proiettori di scoperta. Hanno ritrovato alcuni portali in marmo, che probabilmente erano sugli ingressi della chiesa del convento e, attraverso sovrapposizioni cartografiche realizzate dal socio fondatore della Pro Loco e geologo Andrea Argenti, è stato possibile individuare un muro, ora inglobato nella batteria, che appartiene probabilmente al monastero del 15° secolo. Inoltre, è stato trovato un proietto sparato presso il balipedio del Muggiano per testare una corazzata, sul quale è stato anche scoperto un volume presso la biblioteca del Museo Navale con una relazione sulle deformazioni subite dal proietto durante il test, proietto che ora è esposto presso il museo navale, grazie alla segnalazione di Stefano danese.
A quando la prossima pubblicazione?
Gli autori dicono che ci sarà presto una nuova pubblicazione, in particolare sulla batteria Valdilocch e una successiva sulle mura della Spezia.