Per chi ama la storia delle Aquile e per chi non la conosce l'appuntamento da non perdere è fissato domenica 3 novembre al rinnovato Teatro Civico alle 21 con "Eravamo quasi in cielo", la narrazione tra testi e musica dell'incredibile epopea che a visto protagonisti lo Spezia e i vigili del fuoco nel 1944.
Il biglietto costa 12 euro e si può acquistare al botteghino in via Carpenino oppure sul circuito Vivaticket. Una storia che merita di essere ascoltata, sia perché è una storia vera, la conquista dello storico scudetto delle Aquile contro il grande Torino, sia perché è un racconto ai confini della realtà.
Lo spettacolo, che Gianfelice Facchetti porta in scena nel monologo scritto con Marco Ciriello ripercorre i fatti legati all'epopea dei Vigili del Fuoco spezzini e allo storico scudetto del 1944. Una piccola grande storia finita nel dimenticatoio per anni, al centro dei libri Un giorno di allarmi aerei (1990 prima edizione – 2002 seconda edizione) e Lo scudetto dello Spezia (2018, Ed. Giacché), scritti dal giornalista spezzino Armando Napoletano.
La pièce "Eravano quasi in cielo" era già stata proposta con successo alcuni anni faalla Spezia, prima di partireper una lunga tourné, ma ritorna peroprio quest'anno nell'ottantesimo anniversario da quello storico evento, dopo che lo stesso Spezia Calcio ha deciso di intitolare la nuova tribuna dello stadio Alberto Picco ai "Campioni del '44".
Spiega Facchetti: "In mezzo al Paese spaccato in due dallo sbarco degli Alleati, si riuscì comunque a disputare il torneo dell'Alta Italia, una competizione a cui parteciparono tante squadre di calcio tra le più blasonate. Tra le compagini meglio attrezzate per la vittoria finale si fece strada la squadra dei pompieri della Spezia guidata da Ottavio Barbieri, allenatore di un gruppo di atleti sottratti così all'obbligo di leva dopo essere diventati allievi volontari. Poiché Spezia fu una delle città più bombardate d'Italia, avere dei vigili del fuoco in più anche solo in servizio temporaneo avrebbe fatto comodo. Eccoli dunque: Bani, Persia, Borrini, Amenta, Gramaglia, Scarpato, Rostagno, Tommaseo, Angelini, Tori, Costa. Ragazzi forti e fortunati, messi in salvo dal calcio grazie a piccoli privilegi, sempre in trasferta su un'autobotte ma che alla fine, in un giorno di allarmi aerei, divennero campioni. Mentre dal cielo piovevano bombe, sfiorarono la gloria con le dita."