Tutto pronto per la riapertura del nuovo CAMeC, oggi sabato 5 ottobre riaprirà il Centro d'Arte Moderna e Contemporanea della Spezia.
Un restyling completo, quello realizzato in questi mesi di lavori, le novità sono evidenti già dal portone d'ingresso, dove sono ben visibili i nomi degli artisti contemporanei, le cui opere sono esposte al CAMeC. Vivacità e movimento, dinamicità, questo il messaggio che arriva subito al visitatore, lo stesso che ritroviamo nel nuovo allestimento della collezione del Centro di Arte Moderna.
Un progetto ambizioso, nato dalla sinergia tra il Comune della Spezia e la Fondazione Carispezia, che coinvolge non solo gli spazi, ma anche la concezione e l'offerta culturale del museo, che ora vuole, più che mai, valorizzare il suo ricchissimo patrimonio, costituito dalle opere donate da alcuni collezionisti spezzini e da quelle del Premio del Golfo.
Il CAMeC si rilancia, volendo diventare uno spazio aperto a tutte le generazioni, dove trascorrere il tempo, dialogare con sé, gli altri e con le stesse opere d'arte, e anche divertirsi.
Per favorire la più ampia partecipazione dei cittadini, i residenti della provincia spezzina potranno recarsi al CAMeC e scoprire l'ampia Collezione permanente tutte le volte che vorranno, usufruendo, invece, di una tariffa agevolata per le mostre temporanee che si terranno a partire dal mese di aprile 2025.
Il nuovo allestimento della Collezione è stato curato dal professor Gerhard Wolf, Direttore del Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max Planck Institut e membro dell'Accademia delle Scienze e delle Lettere di Berlin- Brandenburg.
Un progetto di rilancio molto ambizioso che "attraverso il riallestimento curato da Gerhard Wolf delle Collezioni Cozzani, Battolini e delle opere del Premio del Golfo e delle future mostre temporanee, vuole essere una finestra sul mondo, aprendosi anche alla città, ai giovani artisti, al talento e alla creatività - evidenzia il Sindaco Pierluigi Peracchini - Uno spazio dinamico e interattivo adatto a tutte le generazioni, frutto di una stretta collaborazione con Fondazione Carispezia. Una nuova offerta culturale, con nuovi spazi, anche un Accessibility Room per permette l'accesso anche a persone con disabilità visiva, uditiva e cognitiva. Guardiamo al futuro e alle nuove tecnologie, quindi, partendo dalla nostra storia e radici, principio anche alla base della nostra candidatura a 'Capitale della Cultura 2027', diffondendo la cultura quale motore di crescita della Città".
"Questa riapertura è un momento importante per la nostra Comunità - sottolinea il Presidente di Fondazione Carispezia Andrea Corradino - un nuovo inizio per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale, frutto della sinergia con l'Amministrazione comunale e l'impegno di tanti professionisti. La Fondazione è sempre al fianco di realtà del territorio pubbliche e private, con l'impegno di mobilitare la società civile attorno alla cultura, sostenendo un'offerta aperta a tutte le generazioni, che valorizzi la nostra identità culturale locale. La collezione permanente curata dal Professor Gerhard Wolf e le future mostre temporanee, vogliono fare si che questo museo diventi uno spazio vivo e dinamico e aperto alla città e alle istituzioni dell'arte nazionali e internazionali. Grande entusiasmo nel vedere il CAMeC diventare un laboratorio della creatività, delle idee, dell'innovazione e un catalizzatore per la crescita del territorio".
Duecento le opere esposte, scelte dal curatore nei fondi del museo, che insieme formano un percorso espositivo innovativo che copre l'arco temporale che va dalla metà del XX secolo ai giorni nostri.
"E' 'apertura' il concetto cardine del nuovo CAMeC - spiega il curatore Gerhard Wolf - che a partire dall'inaugurazione, assume molteplici significati, sia letteralmente che metaforicamente. Si parla di apertura facendo riferimento alle grandi finestre che prima erano murate e che ora creano un dialogo tra il museo e la città, ai percorsi di visita aperti che non seguono degli schemi canonici, ma intendono invece offrire al visitatore un percorso artistico quasi imprevedibile, dove le opere dialogano tra loro, come pure i visitatori e dove ancora il dialogo avviene tra i visitatori e le opere stesse".
Il Professor Wolf ha voluto aprirsi scrivendo una lettera che accoglie il visitatore prima dell'ingresso nella prima sala, spiegando che il CAMeC è un museo giovane, ma con la sfida di aggiornarsi sempre pensando al "mondo che cambia", aprendosi a nuovi orizzonti mediatici. "Un museo comunale ha una posizione privilegiata, come luogo istituzionale ... e verso le comunità a cui, di cui e con cui parla. Nello stesso tempo può aprire finestre al mondo dell'arte internazionale, a seconda del potenziale delle sue collezioni".
Wolf ha sottolineato che il CAMeC ha un enorme potenziale, grazie alle opere del Premio del Golfo, alle donazioni di collezionisti spezzini quali Giorgio Cozzani e Ferruccio Bartolini e alle donazioni recenti, che costituiscono la collezione permanente e con le quali nel riallestimento si è inteso creare nuovi percorsi e stimoli, all'interno di un edificio particolare, con grandi spazi espositivi e corridoi di passaggio. La prima guida sono le opere esposte, ma anche i tanti pannelli e schede narrative presenti lungo tutto il percorso.
"Chi prepara una mostra tematica - dice Gerhard Wolf - solitamente redige una lista di opere da prendere in prestito, qui erano già tutte disponibili nei depositi, oltre duemila. Il compito del curatore è stato quello di sceglierle e creare percorsi di riflessione inediti. Il percorso creato non segue il consueto filo logico storico-artistico, ma si apre a nuove costellazioni e libere combinazioni di opere, mettendo a confronto le opere senza perdere l'orientamento concettuale e cronologico. In alcune stanze, come quella dedicata agli artisti tedeschi degli anni '80, vengono seguite sequenze tradizionali, mentre in altre si procede per confronti e opposizioni, come nella prima sala dedicata alle varie forme di astrazione, dove le produzioni 'industriali' e geometriche, sono avvicinate a materie organiche e di gestualità espressiva".
In alcuni casi la collezione fa interagire varie forme espressive come pittura, disegno, serigrafia, scultura e fotografia, dall'altro le opere si raccolgono attorno a temi quali corpo e performance, superficie, natura e cultura, Pop Art e Arte Narrativa.
In tutto questo non manca il tributo ad artisti liguri e gallerie spezzine, sottolineando il ruolo della Città come polo artistico di interesse, con il riferimento anche al Premio del Golfo, a cui è dedicata una sala che richiama, nell'allestimento, le palizzate multicolore di Portovenere.
Molto suggestive le due quadrerie create nel lunghi corridoi di passaggio. La prima con le opere della Collezione Cozzani disposte proprio come il collezionista le aveva affisse nella propria casa, le une accanto alle altre, una sequenza densa, ma armoniosa, tanti tasselli che compongono un tutto davvero pieno di significato, con spunti di riflessione e anche di meraviglia e stupore, una esposizione ravvicinata che accosta diverse forme d'arte, non dimenticando il principio che animava la collezione, l'ironia. A Cozzani è dedicato anche lo spazio sul piccolo pianerottolo di passaggio tra il piano terra e il primo piano, dove è stato ricreato uno scorcio della sua casa, accogliente e intimo. Una seconda quadreria al secondo piano con opere pittoriche e fotografie oversize, che attraversano il tempo fino ai giorni nostri.
L'intento è quello di coinvolgere un pubblico transgenerazionale, in un percorso dinamico che intende adattarsi ai tempi che cambiano, una selezione di una collezione permanente che non sarà mai statica, ma si aggiornerà continuamente attraverso l'alternarsi delle opere con nuovi inserimenti e proposte. Vuole essere un percorso espositivo al passo con i tempi che cambiano, per una volontà di riattualizzazione, che vedrà anche esposizioni temporanee al secondo piano del museo e la collaborazione con artisti che verranno invitati nella "collezione permanente". Si vuole così aprire sempre nuovi dialoghi, anche per colmare alcune lacune delle già ricche collezioni, come la mancanza di opere di artiste donne.
Il percorso vuole qnche sottolineare le due "C" di CAMeC: quella di "Centro" sottolineando il ruolo di centro culturale, e quella di "contemporanea", dove nascono interrogativi su cosa le opere possano dire e su come comunicarle ad un pubblico variegato e appartenente a diverse generazioni, intrattenendo un dialogo continuo e sempre al passo con i tempi che cambiano.
Il CAMeC sta lavorando alla futura programmazione, tra cui mostre temporanee affidate a curatori internazionali, ed eventi, a partire da aprile 2025, il tutto affiancato ad una nuova identità grafica, dinamica e semplice. La riapertura e nuova programmazione sono guidate da un Comitato, espressione del Comune della Spezia e della Fondazione Carispezia, guidato dall'Avvocato Giacomo Bei.