Realistico, crudo, onirico, perfetto nelle interpretazioni e nelle immagini: L’odio è un vero e proprio capolavoro, uno tra i più celebri film francesi di sempre. Palma d’Oro a Cannes nel 1995 a Mathieu Kassovitz per la migliore regia. Al cinema Il Nuovo la versione restaurata Lunedi 13 e Martedi 14 alle ore 21.00 Mercoledi 15 Maggio ore 19.30
L’odio, capolavoro di Mathieu Kassovitz è un film attuale oggi come nel 1995, e probabilmente lo sarà sempre. La pellicola – che ha per scelta stilistica l’uso del bianco e nero – rappresenta la violenza urbana prendendo spunto da un fatto reale di cronaca. Lo scenario è la banlieu parigina, dopo una guerriglia urbana a causa del ferimento di un ragazzo in seguito a un’operazione della polizia.
Un film da vedere se non lo avete mai visto, da rivedere adesso in versione restaurata in lingua originale e sottotitolato
La periferia della capitale francese, caratterizzata da violenza dilaniante, criminalità, discriminazione è la protagonista ricorrente di episodi di “sbavature” della polizia (bavures come le chiamano in Francia). Le interpretazioni sono degne di nota, estremamente credibili, Vincent Cassel tocca livelli di recitazione che forse non ha raggiunto più in seguito.
Vinz, Hubert e Said sono tre amici originari della banlieue di Parigi che vivono nel clima di tensione che attanaglia la periferia della capitale francese a seguito degli scontri tra manifestanti e polizia verificatesi dopo il pestaggio, da parte di un agente, di un ragazzo fermato per dei controlli, Abdel, che è rimasto in fin di vita.
Vinz (Vincent Cassel), che proviene da una famiglia ebraica, è un giovane pieno di rabbia e irrequieto che desidera fare “la rivoluzione”. Iconica la sequenza con la pistola che cita Roberto De Niro in Taxi Driver. Ha però dei momenti in cui le sue convinzioni vacillano e vede comparire una mucca azzurra fra i palazzi, mucca che i suoi amici non vedono, che simboleggia la speranza di un futuro alternativo.
Hubert è un ragazzo nero che cerca di vivere in tranquillità assieme alla sua famiglia ma il cui sogno di diventare pugile svanisce quando, durante la guerriglia urbana notturni, la palestra che gestiva viene distrutta; Said, infine, è un giovane maghrebino che cerca di cavarsela come può, aiutato sia dal fratello che da un poliziotto di origine araba come lui che cerca di tenere il gruppetto lontano dai guai.