Grande partecipazione, al Museo etnografico di Villafranca in Lunigiana, alla presentazione del libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”.
L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Culturale Alberico Benedicenti e dall’Associazione Culturale Mediterraneo, è stata introdotta da Mara Cavalli, che ha poi dato la parola a Giorgio Pagano e Guido Tonelli, fisico del CERN di Ginevra, testimone e protagonista del libro.
Pagano ha così sintetizzato il senso del libro:
“La speranza, in quegli anni, covava veramente, come dice Francesco Guccini in una delle testimonianze pubblicate. Era la speranza in una società antiautoritaria, in un’altra scuola, un’altra fabbrica, un’altra famiglia, altre relazioni intersoggettive. E in una società non classista, socialmente più giusta. Il contributo più ricco del Sessantotto è stato l’aver dato centralità al sapere, alla scuola, alla cultura: averla presto abbandonata è stato un limite del movimento, che si smarrì nel dottrinarismo dogmatico; non averla recepita è stata la grande responsabilità delle forze della sinistra. La sconfitta fu dovuta a una molteplicità di motivi, ma questo fu forse l’errore più grave. Accanto alla centralità della fabbrica c’era la centralità del sapere: una lezione valida ancora oggi”.
Guido Tonelli ha così ripercorso quegli anni:
“Oggi proviamo la felicità privata. E’ bello, è importante, ma ‘privata’ vuol dire che manca la possibilità di poterla condividere con gli altri. Nel Sessantotto avevamo la sensazione di essere parte di un’onda, un granellino di sabbia della grande alleanza degli oppressi, in cui eravamo tutti fratelli. Quella felicità non l’ho più provata, e mi manca da morire”.
Lo scienziato ha condiviso l’analisi di Pagano sulle ragioni della sconfitta:
“Quando non si trova uno sbocco si cercano i padri e si torna alle origini. Ci siamo messi alla ricerca del comunismo tradito dalla sinistra storica, ma così ci siamo inariditi: non abbiamo capito la società che cambiava. Oggi dobbiamo ripartire dalla conoscenza, dalla scuola: è ancora adesso la leva per cambiare la società”.
Infine Tonelli si è soffermato su “quanto resta di quegli anni” – il titolo di una delle parti del libro – nel suo lavoro attuale:
“E’ importante aver provato. Ho imparato da allora a non scoraggiarmi. E’ quello che fa lo scienziato: prova, fallisce, non si scoraggia, non ha paura di fallire. Noi scienziati siamo menti ribelli, non accettiamo di obbedire, eleggiamo i nostri capi, l’autorità che riconosciamo è quella morale. Ecco perché posso dire che sto facendo cose simili a quelle che volevo fare in quegli anni”.
La prossima tappa del giro di iniziative di Guido Tonelli nel nostro territorio sarà la presentazione del suo libro “Materia. Una magnifica illusione”, che si terrà sabato 20 gennaio alle ore 16,30 alla Sala Dante. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Culturale Mediterraneo e dall’Associazione Culturale Benedicenti.