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Le vetrate di Aprigliano al Sacro Cuore, un valore per tutta la città In evidenza

Valerio P. Cremolini ci conduce in un breve viaggio alla scoperta di queste meraviglie.

Si è parlato nelle settimane scorse del ritorno nella chiesa del Sacro Cuore, in via XX Settembre alla Spezia, della prima vetrata artistica, a forma di bifora, dipinta con colori acrilici da Ercole Salvatore Aprigliano. Ora è in lavorazione una seconda vetrata, affidata agli esperti Piero e Mattia Modolo, titolari dell’Atelier Caron Vetrate di Vicenza.

Con il senno del poi c’è da dolersi non sia stato adottato a suo tempo l’antichissimo metodo della legatura a piombo, con le cotture ad alte temperature. Le prestigiose cattedrali gotiche europee, ma non solo, offrono tuttora infatti l’inalterabilità della brillante policromia di magnifiche vetrate dalla riconosciuta raffinatezza.

Ciò non inficia il valore pittorico delle vetrate di Aprigliano che, come ampiamente illustrato nella retrospettiva dedicata all’autore nel 2022 al CAMeC, dà rilevanza alla sua versatilità e vena creativa.

Dall’itinerario visivo sviluppato nelle quattro vetrate, che risalgono agli anni 1959-1961, si coglie sia il senso di appartenenza del pittore alla sua terra sia l’attrazione per una conoscenza non superficiale di pagine di storia del nostro paese. Nella ricca iconografia delle grandi bifore, dopo il restauro auspicabilmente completato, si potranno così ammirare, tra le altre, le immagini dei santi locali Venerio e Venanzio, vescovo di Luni, con momenti della loro vita; il Portus Lunae, le Apuane, la pieve di San Venerio, san Francesco, la Porziuncola e la Madonna. Aprigliano ha richiamato anche l’albero di ulivo, ricorrente nella sua pittura. E ancora, vi figura santa Caterina da Siena con l’episodio dell’esilio avignonese durato settant’anni. La compatrona d’Italia, come è noto, si adoperò nel 1377 per il ritorno del papa a Roma.

E ancora: Giovanni XXIII, il papa del Concilio; la pace di Dante evocata nella concattedrale di Sarzana; il cappuccino Francesco Maria da Camporosso con alcuni simboli che alludono alla sua santa vita. Ben visibile in alto, splendente di luce nella bifora appena restaurata, s’impone l’immagine natalizia di Maria con il Bambino. In altra vetrata il volto di Cristo ha i tratti dell’apprezzato Aprigliano, che non ha omesso di dare spazio ai simboli della Liguria (caravella) e di Genova (Lanterna). Quanto mai opportuno risulta dunque l’appello della parrocchia, nel cui adiacente convento visse a lungo l’amatissimo padre Dionisio, di condividere con gesti concreti i costi del restauro: vero e proprio investimento culturale a favore della Chiesa locale e della città tutta.

(Valerio P. Cremolini)

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