Il percorso di vita di Giuseppe Chiucchiù si sviluppa come un avvincente racconto narrativo, intessuto di esperienze e avventure che spaziano attraverso i panorami più vari del mondo. Nato a Latina, la sua carriera da fotoreporter freelance ha avuto inizio nel 1988 con l'Agenzia Ansa, aprendo le porte a una serie di collaborazioni con prestigiosi gruppi editoriali come L'Espresso, Rizzoli, Rusconi e Mondadori fino al 2009.
Tra le pietre miliari della sua carriera, emergono i reportage realizzati in Salvador nel 1989 durante la guerra del Fronte Farabundo Martì, la sua copertura della rivoluzione rumena del 1990 che portò alla caduta di Ceausescu, e il suo impegno nei confronti del fenomeno dei nazi-skin in Germania nel 1991. Nel 1992, Chiucchiù si è trovato nei teatri di guerra della Bosnia Erzegovina, documentando gli orrori di Mostar e Sarajevo, per poi seguire la campagna presidenziale di Bill Clinton negli Stati Uniti.
La sua carriera è stata contrassegnata da scoop esclusivi, come il servizio fotografico su Lucio Battisti dopo il suo ritiro dalle scene. Nel 1993, il suo approfondito reportage sulle comunità di Ebrei ortodossi nello Stato di New York gli ha meritato il prestigioso premio "Nikon Photo International".
Negli anni successivi, Chiucchiù ha continuato a esplorare il mondo attraverso il suo obiettivo, catturando la ribellione zapatista del Chiapas in Messico, gli sviluppi in Israele dopo l'attentato a Isaak Rabin, le miniere di carbone nella regione sud-occidentale della Cina, e il raduno straordinario del Kumb Mela in India, con milioni di Hindu riuniti sulle rive del Gange.
Il riconoscimento del "Premio Senigallia – Io Fotoreporter" nel 2018 è stata una tappa significativa nella sua carriera.
Un altro momento chiave nella sua vita professionale è legato alla partecipazione alla Art.Fair Messe für moderne und aktuelle Kunst di Colonia in Germania, nel 2016, che ha fornito a Chiucchiù uno spazio per mettere in mostra la sua prospettiva unica e il suo talento, contribuendo a consolidare la sua posizione di rilievo nella scena fotografica contemporanea.
La sua bibliografia è arricchita da due volumi fotografici importanti, "Marche terra sconosciuta" e "Le colline del sogno", che offrono uno sguardo profondo e sensibile sui luoghi che ha attraversato.
La vita e il lavoro di Giuseppe Chiucchiù sono un racconto avvincente di impegno, passione e una continua ricerca della bellezza e della verità nel mondo che lo circonda.
'La lunga strada di sabbia' è il titolo di un reportage che, nel 1959, Pier Paolo Pasolini pubblicò a puntate sulla rivista 'Successo', offrendo ai lettori il riflesso di uno straordinario viaggio lungo le coste italiane.
Chiucchiu' alla macchina per scrivere di Pasolini ha sostituito una macchina fotografica. L'intenzione è ancora quella di raccontare, e nella strada di sabbia italiana su cui si ferma il suo obiettivo, l'impronta di culture e popoli diversi si raccoglie in una intatta impronta mediterranea, "mare nostrum", mai come ora spalancato su un mondo difficile.
Le immagini mediterranee, colte lungo i litorali o nei centri dell'immediato retroterra costiero, immagini comunque marine, anche quando il mare non c'è, verranno presentate, dopo la mostra svoltasi nei mesi estivi sul lungomare di Lerici, nel corso della Serata con l'Autore che l'Associazione Fotografica LIBERI DI VEDERE, in collaborazione con Fondazione Carispezia, ha organizzato presso la sede della Fondazione stessa, in Via Chiodo 36 alla Spezia per il giorno 16 novembre alle ore 21.00.
Ingresso gratuito.