Al Centro Anziani di via Corridoni, martedì 14 novembre alle ore 17, Alberto Scaramuccia presenta “Rime irriverenti”, le ventuno poesie in italiano composte da Ubaldo Mazzini fra il 1890 e il ’97 e che finora erano sconosciute. Infatti, il ricercatore spezzino le ha raccolte e commentate per la prima volta apposta in quest’anno che giustamente è stato definito “mazziniano” celebrandosi il centenario della prematura scomparsa dell’illustre studioso.
Quella di Mazzini fu una personalità poliedrica, a tutto tondo, in cui brillano con le qualità dello studioso appassionato della sua terra di cui vuole scoprire e divulgare i segreti, anche le capacità corrosive con cui irrideva chiunque gli capitasse a tiro, avversari politici oppure solo malcapitati concittadini le cui debolezze fornivano a Mazzini l’opportunità della presa in giro: sarcastica, feroce, aggressiva, non di rado laida. Non a caso al giovane Ubaldo fu presto affibbiato il nomignolo di Gamin, termine francese per indicare il monello malandrino e impertinente e che lui adottò come bandiera da sventolare orgoglioso.
È sulle pagine dei giornali su cui scrive che si manifesta questa sua inclinazione alla derisione ma non si pensi che nelle “rime irriverenti” compaiano unicamente maldicenza e diffamazione. Le poesie consentono di comprendere meglio se non addirittura appieno, il momento storico in cui si collocano. Nella conoscenza della storia spezzina di quegli anni, erano ancora tanti, infatti, i buchi neri dovuti ad una ricerca che non sempre ha saputo indagare in maniera appropriata. Invece, nel libro le poesie italiane di Mazzini sono accompagnate da un esauriente commento che non si limita ad esaminare le caratteristiche metrico-stilistiche dei singoli componimenti, ma è efficace ed esaustivo nello spiegare le motivazioni ambientali da cui nascono. Insomma, si leggono le poesie, si sorride ma si comprende anche quale fosse il dibattito politico, sociale e civile nella città sul Golfo, ormai capitale della marina da guerra.