Venerdì 13 ottobre alle ore 18.00, presso la Sala Consiliare del Comune di Sarzana, si terrà la conferenza ad ingresso gratuito della Dott.ssa Giovanna Franceschini, Psicologa – Psicoterapeuta e Coordinatrice della sede territoriale ALAEF Liguria, dal titolo “Il destino generativo del dolore: quando le lacrime di trasformano in perle. L’esperienza del dolore secondo Viktor Frankl”
"È la prima conferenza di logoterapia sul territorio ligure e siamo orgogliosi che si svolga proprio a Sarzana, – afferma Eleonora Ebainetti, presidente dell’associazione Extra Cultura - il nostro obiettivo è quello di divulgare la Logoterapia e sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della gestione della sofferenza".
La conferenza si articolerà sull’analisi della figura di Viktor Frankl (1905-1997),neurologo -psichiatra, autore di diversi libri, deportato nei campi di sterminio e fondatore della logoterapia, un approccio che sollecita la persona a ricercare dei significati anche nella sofferenza per uscire da se stessi, servendo una causa, attingendo ai ”granai dell’esperienza” per superare “l’inverno dello spirito” e mantenere viva la speranza.
La logoterapia, in termini pratici, è un approccio psicoterapeutico che consente di fare scoprire il Senso delle circostanze dolorose e difficili della nostra esistenza per superarle.
Nel corso della Conferenza si esaminerà il valore della speranza prestando attenzione all'interiorità (dimensione spirituale-Frankl), in particolare all’importanza di continuare a capire chi siamo e cosa ci mette in moto aprendoci all’attesa. L’attesa si lega alla speranza che è lo sguardo che cerca di vedere oltre al “qui ed ora” -che vuol darsi una prospettiva, cercare di realizzare un progetto, di dare come recita Frankl: “un senso alla nostra vita”.
Quindi la speranza mantenuta viva negli insegnamenti di Frankl non è un generico ottimismo, l’idea che le cose andranno meglio per loro
conto: al contrario è un’assunzione di responsabilità, una serie di decisioni che, pur nelle pochissime possibilità di decidere qualcosa che
rimaneva ai prigionieri di un Lager, determinava un atteggiamento che permetteva loro di continuare a vivere.