Si celebra oggi, 27 marzo, la Giornata Mondiale del Teatro, giunta alla 61esima edizione.
Per fare il punto sullo "stato di salute" del teatro nella provincia spezzina abbiamo rivolto qualche domanda ad Andrea Cerri, Direttore artistico de Gli Scarti.
Qual è oggi il valore aggiunto del teatro? E le persone hanno voglia di andare a teatro?
Dopo le difficoltà degli anni della pandemia, durante i quali sono emersi i numerosi problemi che affliggono (tutt’ora) il sistema teatrale e i suoi lavoratori, la marginalità nel dibattito pubblico e le difficoltà a coinvolgere nuovi spettatori tra le giovani generazioni, credo che oggi stiamo vivendo un momento positivo. Le persone hanno di nuovo voglia di ritrovarsi per partecipare al rito teatrale, di sentirsi parte di una comunità di artisti e spettatori, di partecipare ad un teatro inteso come esperienza di condivisione e conoscenza più che di mero intrattenimento. Il teatro oggi rappresenta sempre di più uno degli ultimi baluardi di socialità “dal vivo” non mediata dalla tecnologia, e questo suo essere al tempo stesso arcaico e contemporaneo credo che possa sempre di più avvicinare anche le giovani generazioni e nuovi pubblici, anche attraverso la sperimentazione e l’ibridazione dei diversi linguaggi artistici (teatro, danza , musica, arti visive).
Il teatro quindi sta vivendo una fase di nuova crescita?
Dal nostro (pur parziale) osservatorio, dai teatri che gestiamo (Impavidi di Sarzana e Fuori Luogo/Il Dialma) e dalle tournée dei nostri spettacoli che portiamo in giro in tanti teatri italiani, registriamo un riavvicinamento crescente dei cittadini e delle comunità, soprattutto nei territori di provincia come il nostro.
Avete scelto di festeggiare la Giornata mondiale del teatro con "La città dei miti", perchè?
Abbiamo scelto di celebrare la Giornata Mondiale del Teatro presentando La città dei miti, un progetto speciale che ben rappresenta l’idea e la funzione che da sempre ispirano l'approccio e la nostra concezione di teatro. Un teatro inteso come esperienza collettiva e civile che non si esaurisce nell’intrattenimento, ma che ha l’ambizione di creare un cambiamento nelle persone che vi partecipano sia come spettatori che come attori. Un teatro che esprime il suo senso più alto quando riesce a parlare della contemporaneità, della società in cui è immerso e della condizione umana in maniera universale.