Grande successo, al CAMeC, per l’iniziativa “La storia siamo noi”, organizzata dall’Associazione Culturale Mediterraneo.
L’artista Cosimo Cimino, fondatore nel 1968 del circolo culturale e galleria d’arte il Gabbiano, e il curatore Mario Commone hanno guidato la visita alla mostra "Attraverso l'arte. La galleria il Gabbiano 1968-2018. Cinquant'anni di ricerca artistica", conducendo i partecipanti in un percorso affascinante. “Il Gabbiano -ha detto Cimino- ha avuto il merito di porre al centro del suo percorso la figura dell’artista, attenzione posta fin dagli esordi perché la galleria è stata sempre condotta da soli artisti, spinti dalla necessità di avere tra di loro e con il pubblico uno spazio di dialogo e di confronto.
Ci sono comunque state nel corso degli anni fruttuose collaborazioni con critici e storici dell’arte, nonché galleristi, che hanno contribuito a ramificare sempre più la rete di contatti e conoscenze che ha reso la galleria nota a livello nazionale e con numerosi contatti internazionali”. Commone ha spiegato come gli interessi del Gabbiano si siano orientati verso le ricerche d’avanguardia che si affiancano al concettuale, quali la Poesia visiva e Fluxus, in particolare grazie ai rapporti con artisti importanti a livello internazionale come, ad esempio, Mirella Bentivoglio, Lamberto Pignotti ed Edo Murtić.
Paolo Cavozza, Arrigo Fontana e la “new entry” Lorenzo Di Alesio hanno poi raccontato la storia delle Ombre, il più importante gruppo beat spezzino, sorto nel 1963, intrecciandola con la storia globale di allora, in cui la musica costituiva una sorta di energia liberatoria: “l’atmosfera più bella della storia dell’umanità”, ha detto Cavozza, in cui i giovani, ha spiegato Fontana, si sentivano “padroni del mondo”. Nell’occasione il pubblico ha ascoltato tre tra i principali successi del gruppo, “Nulla di me”, “A noi piace così” e “Avrai”.
A seguire Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello hanno presentato l’Indice generale dei nomi del libro "Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” (ben 3.963). L’Indicedei testimoni, 343, era già comparso, cartaceo, in fondo al Volume secondo del libro.
Ora sono entrambi gli Indici sono disponibili on line, a partire dalle 17 di lunedì 13 marzo, sul sito dell’Associazione Culturale Mediterraneo e in quello dell’Istituto Spezzino per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea.
L’Indice generale dei nomi ha lo scopo -hanno detto Pagano e Mirabello- di aiutare la consultazione del libro, suggerendo piste contenutistiche e metodologiche basate sui singoli. “Dai nomi -hanno aggiunto- esce fuori più che mai la dimensione glocale del libro in cui si narrano i rapporti tra territorio spezzino, inteso come provincia sconfinante, soprattutto a est e sud, verso Carrara e Pisa, con l’Italia e il Mondo. Dai nomi scaturisce così la storia di una generazione che ha vissuto per prima probabilmente la dimensione del Mondo anche mediaticamente in casa, senza volersi rinchiudere in casa, basti pensare alla guerra nel Vietnam”.
Infine lo storico Marcello Flores, dell’Università di Siena, ha tenuto una conferenza sul tema del rapporto tra storia e memoria dal titolo "La storia in un mondo globale: difficoltà e prospettive". Flores ha indicato le maggiori difficoltà e le possibili prospettive positive per il futuro: “Solo la storia può costruire la cittadinanza globale, non la memoria, che ha un ruolo diverso. Bisogna tornare a un ruolo della storia che è stato un po’ abbandonato. Si pensi a come la Francia voleva fare la storia del suo passato coloniale, o a come in Polonia o in Russia sia in opera una riscrittura della storia nell’interesse dei poteri dominanti. Ma qual è la storia comune che oggi possiamo proporre nelle nostre scuole? Non è la storia solo nazionale o solo europea, è la storia globale”.