Tra il 2021 e il 2022 le Fondazioni di origini bancaria festeggiano il trentennale della loro nascita, avvenuta in adempimento della cosiddetta “Legge Amato” del 1991. In questa occasione, il Presidente di Fondazione Carispezia, Andrea Corradino, in un incontro organizzato ad ‘Accademia’, il nuovo spazio in centro città alla Spezia dedicato ai giovani, ha fatto il punto su quanto fatto in questi tre decenni per il territorio dalla Fondazione, tracciando anche alcune sfide per il futuro.
“Vorrei ricordare questi primi trent’anni della Fondazione Carispezia con un momento di condivisione con chi ha collaborato e co-progettato con la Fondazione – ha dichiarato Andrea Corradino, Presidente di Fondazione Carispezia – Quindi oltre alle istituzioni ho voluto che insieme a noi ci fossero tutti i rappresentanti delle Associazioni del Terzo Settore, del mondo che ha contribuito a co-progettare ed è stato anche destinatario dei contributi della Fondazione. Per festeggiare i trent’anni della Fondazione abbiamo voluto organizzare un momento concreto assieme ad ASL5, ovvero i tre giorni di screening dermatologico, un’iniziativa che mi è stato detto molto utile, un’iniziativa di prevenzione”.
L’8 agosto 1992 nasceva appunto Fondazione Carispezia, ma la sua storia affonda le radici nella Cassa di Risparmio della Spezia fondata nel 1842, di cui ha raccolto in eredità le finalità di pubblico interesse, utilità sociale, beneficenza e tutela delle categorie più deboli. Nel 1992, infatti, la Legge Amato-Carli cambiò il volto delle Casse di Risparmio, banche che non avevano lo scopo di dare dividendi agli azionisti decretando la nascita delle Fondazioni attraverso uno scorporo e una loro costituzione in SPA. La Fondazione ereditava il compito di utilizzare l’utile di esercizio per la beneficenza e gli interventi sul territorio.
Nei suoi trent’anni la Fondazione ha erogato risorse per oltre 90 milioni di euro, consentendo la realizzazione di progetti e iniziative di diversa natura, dall’assistenza sociale alla cultura, dalla salute pubblica al volontariato, dalla formazione dei giovani all’attività sportiva, con ricadute nella provincia della Spezia e in Lunigiana. 40 milioni sono stati quelli erogati negli ultimi 10 anni con una media di 4 milioni annui. Dal punto di vista delle modalità operative, è stato progressivamente rafforzato lo strumento del bando. Introdotti a partire dal 2005 e giunti a fine 2022 complessivamente a oltre 50, i bandi rappresentano oggi la modalità prevalente di erogazione di risorse a terzi, accanto alla realizzazione di progetti propri che prevedono la sinergia e la creazione di partenariati con enti pubblici e privati per rispondere a bisogni territoriali condivisi.
In questo ambito ha assunto una rilevanza fondamentale anche l’inserimento della Fondazione nei più importanti network nazionali cui partecipano le Fondazioni di origine bancaria, che hanno consentito di mutuare esperienze e talvolta far convergere ulteriori risorse sul territorio con un rilevante effetto di leva finanziaria. In tal senso si inserisce il percorso per promuovere forme di collaborazione con la Regione e gli enti locali, utile a favorire la fase di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, così come auspicato anche dal Protocollo d’intesa tra il Ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie.
In questi tre decenni, l’evoluzione della Fondazione ha riguardato diversi aspetti, a cominciare dal proprio ruolo, oggi radicalmente diverso da quella delle origini e frutto della trasformazione da ente di mera erogazione a soggetto promotore dello sviluppo sociale ed economico della comunità, guidato dal principio di sussidiarietà, in grado di stimolare e di rafforzare la collaborazione tra soggetti diversi, tra cui gli enti e le istituzioni locali, il Terzo Settore e il mondo della scuola.
“I rapporti con il territorio e gli enti fanno parte di quello che dovrebbe essere il DNA delle Fondazioni – ha aggiunto Andrea Corradino - A questo teniamo in maniera particolare e possiamo dire che il Terzo Settore è quell’anello di congiunzione indispensabile tra Fondazione, Enti Territoriali e territorio. Operiamo in un territorio che rappresenta la provincia della Spezia e la Lunigiana, una delle prime filiali fu aperta ad Aulla. Sono 46 comuni, 32 nella provincia della Spezia e 14 nella provincia di Massa. Solo cinque di questi comuni hanno più di 5.000 abitanti. E’ difficile per questi piccoli comuni avere una certa progettualità, che invece il Terzo Settore ha e che, con orgoglio, possiamo dire di aver aiutato a crescere in questi anni”.
La Fondazione ha erogato le risorse con costanza, grazie alla strategia di gestione e salvaguardia del patrimonio, che da un valore in lire equivalente a 70 milioni di euro di 30 anni fa, ha raggiunto attualmente, un valore di mercato pari a 282 milioni di euro, permettendo nel tempo di accantonare fondi destinati anche a garantire stabilità alle erogazioni future.
Il settore su cui la Fondazione ha operato prevalentemente è indubbiamente quello del welfare. Secondo uno studio commissionato, la Fondazione spende in questo settore il triplo rispetto alle omologhe fondazioni medio-grandi. Nelle attività di confronto con il territorio sono stati messi in campo strumenti per individuare i bisogni della comunità, attraverso la creazione di tavoli di consultazione con gli stakeholder, la promozione di ricerche condotte da enti nazionali specializzati, fino ad arrivare a strumenti di confronto più diretto, come i sondaggi online, gli incontri nelle scuole con gli studenti o i focus group con le comunità straniere, realizzati in previsione dell’elaborazione della programmazione triennale. Gli incontri con i giovani delle scuole, ad esempio, hanno fatto emergere la necessità che la Fondazione si occupasse di Sanità Pubblica, che è stato infatti reintrodotto tra i settori del documento programmatico. Oltre ai contributi erogati nel periodo pandemico per l’acquisto di ventilatori e mascherine, la Fondazione ha finanziato in passato la creazione del reparto di emodinamica, il polo senologico e la shock room. Attualmente sono allo studio con ASL5 la realizzazione di campagne di screening e prevenzione.
Accanto alle erogazioni, la Fondazione ha introdotto, a partire dalle fine degli anni 2000, gli ‘investimenti correlati alla missione’ tesi soprattutto a perseguire finalità sociali, tra cui le iniziative di social housing o la realizzazione di immobili destinati all’inclusione sociale di persone fragili. Tra queste ricordiamo le due strutture della Fondazione AUT AUT ‘Autonomia Autismo’, costituita dalla Fondazione Carispezia con alcune Associazioni del territorio. Sono stati due gli investimenti: il ‘Sant’Anna Hostel’, luogo adibito alla ristorazione e alla ricettività, e ‘Luna Blu’, che si occupa di ristorazione: le strutture sono gestite da ragazzi con autismo. Con questo progetto si intende favorire l’inserimento nella società di questi ragazzi grazie ad un’attività lavorativa legata alla ristorazione, alla produzione di pasta fresca e secca e di prodotti da forno. Ultimamente è stata avviata anche un’attività di commercializzazione dei prodotti, il primo esempio del genere in Italia.
Interventi sulla povertà diffusa sono stati messi in campo in collaborazione con Crédit Agricole, in particolare il micro-credito e il micro-credito casa, due strumenti che Fondazione intende implementare, perché vanno a soddisfare esigenze importanti legati alla vita quotidiana. L’emergenza abitativa è stata affrontata anche con un accordo con il Comune della Spezia e Arte dove la Fondazione ha finanziato la ristrutturazione di 30 alloggi di edilizia popolare.
Molto attiva la collaborazione con Caritas e i distretti sociosanitari con i quali è stato messo in piedi da alcuni anni ‘L’Emporio della Solidarietà’ sia alla Spezia che a Sarzana. Importante anche il progetto ‘Integrazioni’ che ha consentito di far lavorare persone immigrate o con problemi sociali e che è diventato una piccola attività imprenditoriale, una cooperativa, che oggi conta 14 persone che si occupano della gestione del verde pubblico.
Un altro settore su cui la Fondazione è intervenuta è quello della cultura. Uno dei progetti simbolo è quello del ‘Festival della Mente’, attivo da vent’anni e molto noto a livello nazionale, ma anche le mostre organizzate presso la sede di Via Chiodo. E poi le attività che hanno visto coinvolgere i giovani nei concerti a teatro o ‘Gospel’, l’orchestra alla quale partecipano molti giovani con problemi sociali che trovano nella musica una risposta ai loro disagi. Per i giovani, Fondazione ha realizzato anche il progetto ‘Accademia’ ristrutturando un immobile destinato ad altri usi per rispondere all’esigenza dei giovani di avere un luogo per ritrovarsi e studiare.
Molti i progetti di rigenerazione urbana, ricordiamo il restauro della statua di Garibaldi ai Giardini o in passato il Parco della Musica. Anche la Statua di Tomaino alla Stazione Centrale è stata data dalla Fondazione in uso alla città attraverso un intervento di riqualificazione in collaborazione con il Comune.
Fondazione sostiene anche il Palio del Golfo, altro elemento importante della cultura della nostra città, e il Festival del Jazz. E’ stata inoltre avviata una collaborazione con il ‘Premio Bancarella’ di Pontremoli. Molto importante anche il supporto al Campus Universitario, che è diventato un progetto ambizioso e concreto di successo, con un aumento del numero degli iscritti e uno sbocco naturale dei laureati nei distretti della nautica e della meccanica spezzini.
Il Documento Programmatico Triennale 2023-2025, approvato a fine ottobre dal Consiglio di Indirizzo, oltre a confermare i vari ambiti di intervento a cui fino ad oggi sono state indirizzate le risorse – Welfare, Cultura, Formazione, Attività Sportiva, Volontariato - introduce nella futura programmazione della Fondazione per il prossimo triennio anche il settore Salute Pubblica. La Fondazione continuerà la propria attività di supporto al territorio in stretta collaborazione con le istituzioni e gli enti e associazioni presenti sul territorio e del terzo settore.
“E’ importante agire come Comunità – ha aggiunto Andrea Corradino – e la Fondazione deve avere il ruolo importante di stimolo, di contribuzione e di co-progettazione. Solo una squadra può portare avanti quelli che sono gli obiettivi comuni. Credo che il nostro obiettivo e la nostra funzione prioritaria continuerà ad essere quella di porsi come interlocutori attenti e imprescindibili per chiunque voglia promuovere l’innovazione e il bene comune, guardando soprattutto alle nuove generazioni che rappresentano il futuro della nostra comunità”