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"Quale sarà il cibo del futuro?" Il commento del Presidente dell’Accademia dei Georgofili In evidenza

di Anna Mori – Un incontro organizzato dalle delegazioni spezzine del FAI e dell’Accademia Italiana della Cucina. Durante l’evento trattato anche il tema della sostenibilità e dell’impatto sull’ambiente delle nostre abitudini alimentari


Presso il Loggiato di Gemmi a Sarzana si è tenuto un interessante incontro organizzato dalle delegazioni spezzine del FAI e dell’Accademia Italiana della Cucina dal titolo “Sostenibilità a tavola: il cibo del futuro”. L’argomento è di grande attualità nel momento della transizione ecologica legata all’ambiente del presente e soprattutto del futuro.


Sul tema ha dialogato con il folto pubblico presente un illustre relatore, il Professore Massimo Vincenzini, Presidente dell’Accademia dei Georgofili dal 2018 e Professore ordinario degli insegnamenti “Microbiologia dei prodotti alimentari” e “Controllo dei processi microbiologici nell’industria alimentare”


Il Dottor Vincenzini ha parlato di SOSTENIBILITA’ A TAVOLA, IL CIBO DEL DOMANI, concetto che ha espresso anche in un libro che porta lo stesso titolo, mettendo in luce la sfida del futuro per mantenere le nostre abitudini alimentari. Come conciliare questa necessità con l’aumento della popolazione e l’impoverimento delle risorse? Quale sarà il nostro rapporto con il cibo in futuro? La visione del futuro non può prescindere da una ricerca e da uno studio del passato e dalla sua evoluzione nel presente.


Ci aspetta una sfida difficile che comporterà notevoli cambiamenti sotto il profilo sociale e di abitudini di vita, ma assolutamente necessaria se vogliamo salvaguardare il più possibile i nostri preziosissimi terreni produttivi.
Gli esperti sostengono che scegliere la sostenibilità alimentare, in un’epoca in cui i consumi sono molto elevati, può cambiare le sorti del nostro Pianeta e con qualche accorgimento e un piccolo sforzo ridurre anche il forte impatto che l’alimentazione globale ha sulla Terra.


Ancora oggi, ci sono luoghi nel mondo che hanno una ricchezza alimentare enorme e altri che quotidianamente combattono contro malnutrizione e denutrizione a causa del sovrasfruttamento delle risorse disponibili. L’impatto che lo stile alimentare ha sull’ambiente è pesante, ma attraverso prodotti alimentari sostenibili, è possibile allentare questo rovinoso processo e salvare le sorti della Terra.


Per parlare di alimentazione sostenibile è necessario partire dal concetto di sviluppo sostenibile, cioè in grado di assicurare i bisogni della popolazione globale senza effetti negativi per le generazioni future. L’alimentazione sostenibile è quello stile alimentare che riduce al minimo il consumo di acqua, suolo ed energia limitando l’uso di additivi e pesticidi, riducendo gli allevamenti e la pesca intensivi e frenando le emissioni di anidride carbonica.


Oggi ci si riferisce spesso alla Green Economy, ovvero a quel modello di economia che mira alla riduzione dell’impatto ambientale mediante provvedimenti in favore dello sviluppo sostenibile, come l’uso di energie rinnovabili, la riduzione dei consumi, il riciclaggio dei rifiuti, e anche il non spreco alimentare, tematica fondamentale. Ma la diminuzione delle emissioni nocive in atmosfera è problematica e complessa in quanto legata a scelte sovranazionali difficili da conciliare in particolare quando entrano in gioco fattori economici e produttivi.


Il Dottor Vincenzini ha cercato di offrire un ampio orizzonte tecnico-scientifico aggiornato e competente su tematiche di rilevanza mondiale per il settore primario quali lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura, il ruolo delle nuove tecnologie, la sicurezza alimentare globale, la tutela del suolo, i rischi fitosanitari legati ai cambiamenti climatici e agli insetti alieni, il futuro della zootecnia, la formazione degli addetti al settore per migliorare la sicurezza sul lavoro, l’importanza del verde in città per il benessere pisco-fisico dei suoi abitanti.


Il Professore ha poi concluso il suo intervento facendo riferimento al Rapporto dell’ONU del 1987 cercando di far capire la differenza con il Trattato del 2015 in cui i 196 paesi hanno concordato le strategie per l’agenda 2030 con l’atteggiamento più consapevole per affrontare la fame nel mondo.

L’ACCADEMIA DEI GEORGOFILI


L’Accademia dei Georgofili fu fondata a Firenze nel 1753 per iniziativa del Canonico Lateranense Ubaldo Montelatici allo scopo di “far continue e ben regolate sperienze, ed osservazioni, per condurre a perfezione l’Arte tanto giovevole della toscana coltivazione”. E’ il più antico istituto di ricerca al mondo nei settori dell’agronomia, ambiente e alimentazione: il termine “Georgofili” deriva dal greco e significa “cultori di di studi agrari. Il Governo Granducale Lorense le conferì presto carattere di istituzione pubblica (prima nel mondo), affidandole importanti incarichi.

Con l’Unità d’Italia, l’Accademia dei Georgofili, che già di fatto aveva una dimensione extra-toscana, divenne anche formalmente nazionale. Nel 1897 fu riconosciuta come istituzione statale. Nel 1932 fu eretta in “Ente morale” e, sempre nello stesso anno, ottenne la concessione in uso gratuito dell’attuale sede demaniale. L’Accademia dei Georgofili è al mondo la più antica istituzione del genere ad occuparsi di agricoltura, ambiente, alimenti e promuove il progresso delle conoscenze, lo sviluppo delle attività tecnico economiche e la crescita sociale. Adeguando ai tempi organizzazione, metodologia e strumenti di lavoro, ha sempre mantenuto il proprio ruolo e gli obiettivi enunciati con l’atto costitutivo.

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