La cittadella di Sarzana si veste di una mostra esclusiva, dal 26 novembre 2022 al 5 febbraio 2023 apre le porte all’esposizione artistica “Salvador Dalì. Dante e il viaggio del genio”, promossa dal Comune di Sarzana, organizzata da Comediarting e curata dalla storica dell’arte Gina Ingrassia, che dal 2002 lavora per importanti aziende che operano nel settore della produzione di mostre, ideando, curando e realizzando decine di esposizioni, festival, rassegne ed eventi in numerose sedi espositive, pubbliche e private, in Italia e all’estero. La mostra ospita 100 xilografie che raccontano e reinterpretano il viaggio di Dante nella Divina Commedia, realizzata da Salvador Dalì nella metà del 900.
“Per i sarzanesi – ricorda il Sindaco di Sarzana Cristina Ponzanelli - Il legame tra i due artisti è un legame speciale, poiché vi è documentazione storica che attesta la presenza di Dante in Piazza Matteotti, l’allora, piazza della calcandola”. Tra la città e dante c’è un legame speciale, che l’amministrazione comunale ha voluto elogiare ospitando nella famosa Fortezza Firmafede la mostra d’arte di respiro internazionale.
“Quello rappresentato in questa mostra è la storia di un viaggio - spiega la storia dell’arte Gina Ingrassia - il viaggio della Divina Commedia, il viaggio di Dalì che diventa Dante nel restituire per immagini la commedia, riversando nelle sue opere tutto il suo universo psichico, l’intera sua vita e l’intera poetica artistica”. L’approccio utilizzato da Ingrassia nel realizzare questa mostra è un approccio particolare, l’attribuzione canto-tavola, che si rifà alo studioso tedesco Wolfgang Everling che agli inizi degli anni 2000 effettuò uno studio approfondito per cercare di riattribuire le tavole ai canti, poiché Dalì non diede nessun’indicazione in merito e le tavole originali non recavano nessun riferimento all’opera. Durante questo percorso artistico Dante e Dalì, “lontani dal tempo e dallo spazio, diventano un’unica persona, due grandi geni accomunati da molte più cose di quelle che ci si aspetta” conclude Ingrassia.
Prende vita così una mostra d’arte che vide molteplici problematiche nel corso della storia e che arriva definitivamente in Italia sono negli anni Sessanta. Salvador Dalì, venne convocato dal governo italiano nel 1949 a Roma, per realizzare un’opera colossale, forse la più grande impresa editoriale del 900, la realizzazione di una divina commedia con 100 illustrazioni previsa per il 1965, anno in cui sarebbero caduti i 700 anni dalla nascita di Dante. Riesce a realizzare le 102 xilografie che vennero presentate in una mostra del 1954, alla presenza dell’onorevole Gronchi, dopo la quale il contratto con Dalì venne reciso. Le polemiche però non tardarono ad arrivare, in quanto, Dalì, considerato filofranchista, benché avesse dichiarato di non essere affatto franchista, venne respinto, nonostante gli fosse già stata pagata un’ingente somma di denaro. Tornato in Francia, realizza insieme all’editore Foret, la famosa edizione che oggi ospita la Cittadella.
Il percorso espositivo si sviluppa attraverso i tre regni ultraterreni, Inferno, Purgatorio e Paradiso. La mostra si apre con la rappresentazione dell’inferno, un’immaginazione del tutto inaspettata, fatta di 36 opere. Un inferno fatto di colori del mediterraneo, chiari, caldi, che contrastano l’immagine comune di un inferno cupo, che rappresentano la solitudine, il vuoto, la mancanza. Ci si addentra poi all’interno del Purgatorio, la terra di mezzo, fatta di personaggi fantastici e metafisici, che danno vita ad una terra di atmosfere oniriche e surreali. Il percorso volge al suo termine con le trenta tavole che raccontano il paradiso, l’ultimo regno, collocato da Dalì “né sopra, né sotto, né a destra, né a sinistra, ma esattamente al centro del petto dell’uomo che ha fede”. Qui, emerge ancora una volta, a concezione metafisica e psicologica della commedia con una grande forza evocativa delle immagini.