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Roberto Quber si aggiudica il Premio Letterario Internazionale Montefiore

Con il romanzo "Un Orologio Zenith del 1956".

Roberto Quber, scrittore e avvocato spezzino, si è aggiudicato la targa della giuria della XII edizione del Premio Letterario Internazionale Montefiore con il romanzo "Un Orologio Zenith del 1956".

La cerimonia di premiazione del Concorso, patrocinato dalla Regione Emilia Romagna ed organizzato dal Comune di Montefiore e dall'Associazione Culturale Pegasus, si è svolta sabato scorso nello splendido teatro del Comune di San Giovanni in Marignano.

Quber si è aggiudicato la targa nella categoria A, la più impegnativa, in quanto riservata ai romanzi già editi.

"Un Orologio Zenith del 1956" è stato, infatti, pubblicato dall'editore spezzino "Il Filo di Arianna" nel febbraio 2022 e presentato in anteprima nel Comune della Spezia, in Sala Dante, nel successivo mese di marzo, per ragioni simboliche: la vicenda che narra è ambientata prevalentemente nel Comune della Spezia e la prima parte proprio al liceo Lorenzo Costa e nelle sue immediate adiacenze. Si tratta di un romanzo contemporaneamente sociale e intimista, dal sapore fortemente autobiografico, che si snoda tra gli anni 1960 e 2000 (542 pagine, Euro 20,00, è in vendita nelle librerie spezzine Ricci, Il Contrappunto e Il Filo di Ariann)a.

Con l'aggiudicazione della targa Montefiore 2022 lo scrittore spezzino ha acquisito il diritto di accedere, con una nuova opera, al Concorso Internazionale città di Cattolica 2023.

Roberto Quber ha intenzione di farlo, con un'opera di genere completamente diverso che è in fase di editing. Sarà un giallo storico che sviluppa una vicenda di fantasia in un contesto storico reale: gli assassini di 19 antifascisti, talvolta prelevati dalle loro abitazioni, uccisi tra il 21 ed il 24 gennaio 1923, a fascismo già affermato.

Per rispetto della storia e per omaggio alla sua città, l'autore presenterà il libro in anteprima alla Spezia nel gennaio 2023, in concomitanza con il centesimo anniversario di quei tragici fatti dei quali molti apprenderanno, forse per la prima volta, i nomi degli assassinati e anche dei presunti assassini.

"Non per odi e vendette fuori tempo e fuori luogo, ma per l'opposto: perché si ricordi ciò che è stato, affinché il rispetto della vita e dell'altrui dignità sia messo al primo posto. Sempre, ovunque e da chiunque", ha detto Quber.

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