Vittorio Sgarbi: un nome molto conosciuto, specialmente dai sarzanesi che hanno avuto la fortuna di fruire del suo sapere già a luglio, quando ha inaugurato la mostra sul Nuovo Gotico. Ma ormai manca poco e il critico d'arte rimetterà piede alla Fortezza Firmafede, dove questa volta racconterà Michelangelo Buonarroti, in una veste nuova, inedita. Nel cuore del centro storico Vittorio Sgarbi riporterà in vita uno dei pittori protagonisti del Rinascimento Italiano, ma con musiche e immagini digitali, con le quali trascinerà il pubblico a rivivere un periodo storico, oltre che la vita del pittore. I suoni saranno prodotti da Valentino Corvino, invece la scenografia e il video ad opera di Tommaso Arosio.
Vittorio Sgarbi ha dedicato qualche minuto a Gazzetta della Spezia per un'intervista, dove rilascia qualche anticipazione sul suo spettacolo:
Un evento che non punta solo a raccontare Michelangelo, ma anche a ricomporre un periodo. Che cosa rende speciale il suo racconto dell’artista?
Il tema principale dello spettacolo è il racconto della sua vita dagli esordi, con la Pietà, fino agli ultimi anni prima della sua morte e si conclude, dunque, con la Pietà Rondanini. Sono 60 anni di vita artistica di un uomo che parte dalla percezione e arriva fino al "non finito".
L’evento fa un uso particolare di immagini digitali e di musiche, le nuove tecnologie stanno cambiando l’arte? Possono essere un valore aggiunto o un danno?
Qualunque artista si giova dell'avanzamento della tecnologia: si adatta e le usa. Magari al giorno d'oggi Leonardo poteva non fare un dipinto della Monna Lisa ma utilizzare la fotografia.
Sarzana sta investendo tanto in cultura e arte, con mostre internazionali come Banksy e Obey ad altre più legate al territorio come Gian Carozzi e Colombani. Che direzione sta prendendo la città?
Alla Fortezza Firmafede sono riusciti a convivere Banksy e Colombani, due artisti completamente diversi. Questo è merito di un sindaco che ha consapevolezza dei valori e delle persone. Io sono lusingato di tornare a Sarzana.
Cosa ne pensa del percorso intrapreso dalla Fortezza Firmafede, che è diventata sede stabile di grandi mostre di arte contemporanea e se con il Teatro Impavidi diventato centro di produzione nazionale Sarzana potrà un giorno candidarsi a Capitale Italiana della Cultura?
Io sono contrario alle Capitali della Cultura. Serve trovare uno strumento più intelligente per dare valore all'arte: è inutile mettere in competizione le città.