Il libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” è stato presentato a Ceparana, nell’ambito della rassegna “Libri al chiaro di luna”, presente un folto pubblico.
Dopo le presentazioni di Carlo Raggi, presidente della Società Dante Alighieri della Spezia, e di Paolo Pucci, presidente provinciale dell’Anpi, è intervenuto Giorgio Pagano: “Abbiamo voluto colmare un vuoto nella ricerca e contribuire alla trasmissione dell’eredità della Resistenza. Il libro racconta storie di donne semplici, guidate dalla scelta morale e dall’aspirazione all’autodeterminazione individuale: contadine e pastorelle che hanno assistito i partigiani, madri, staffette, partigiane in armi. Il libro parte dalle testimonianze, dall’attenzione alle dinamiche individuali. Non dalla moralità della Resistenza bensì dalla moralità che le persone, in questo caso le donne, espressero nella Resistenza”.
“Certamente la moralità della scelta delle armi chiede di essere interrogata per prima, perché il porre in gioco la propria vita e arrogarsi il diritto di toglierla agli altri è il più radicale dei comportamenti politici -ha continuato Pagano- ma anche la resistenza civile alla guerra delle donne contadine, la loro disobbedienza, fu un fenomeno di straordinaria rilevanza”.
Questa la conclusione: “Si aprì una breccia nel processo di emancipazione femminile, che fu in buona parte chiusa nel dopoguerra per poi riaprirsi negli anni Settanta”.
Infine Maria Cristina Mirabello: “La storia è fatta, in misura minore o maggiore da tutti, uomini e donne. La storiografia è fatta da chi scrive, tramanda i fatti e tramanda se stesso. Le donne fin da subito dopo la Resistenza si sono tramandate poco ed in modo poco retorico. Da qui l'importanza del libro, composto da più parti, storiografiche, narrative, di archivio, libro che presenta un unico tema di fondo, cioè il doveroso recupero di una memoria al femminile. Dentro di esso ci sono però tante storie, per cui può essere letto come composto da una pluralità di racconti, autonomi e tuttavia legati da una significativa scelta "dal basso", che, nel corso della Resistenza, si incrocia proficuamente con una rete organizzativa, a maglie più o meno larghe, costituita dai CLN e dai partiti”.