Nella ricorrenza del centenario della morte dello scienziato spezzino Giovanni Capellini, al Museo Civico Etnografico “Giovanni Podenzana” è stata inaugurata la mostra Fossilia dedicata allo studioso. Il Comune della Spezia e l’Accademia Lunigianese di Scienze “Giovanni Capellini” hanno voluto onorarne la memoria con una mostra che ne illustri la vita, l’instancabile attività di ricerca, il suo contributo alla creazione del Museo Civico e delle collezioni archeologica, etnografica e di storia naturale.
Di famiglia cattolica di origini portoveneresi, il giovane Giovanni fu avviato dalla famiglia alla carriera di musicista e poi a quella ecclesiastica, rimase in convento fino al 1854. In seguito poté dedicarsi alla geologia dapprima grazie all’interessamento del Rettore del Seminario di Pontremoli, poi per il supporto del Comune della Spezia che pagò le spese per gli studi presso l’Università di Pisa. Dopo la laurea intraprese la professione di geologo iniziando le proprie ricerche esplorative sulle Alpi Apuane.
Il suo lavoro venne apprezzato molto presso gli ambienti accademici. Nel 1860 divenne Professore di Geologia all’Università di Bologna, la prima cattedra in Italia di questa materia. In seguito si recò negli Stati Uniti approfondendo le sue indagini antropologiche e geo-paleontologiche unendo il proprio interesse per gli scavi e i ritrovamenti archeologici e naturalistici a quello per la preistoria umana. Ritornato in Italia, continuò i suoi studi sui fossili, diventò Rettore dell’Università di Bologna e iniziò la compilazione della Carta Geologica d’Italia. Dal 1883 fu più volte presidente della Società Geologica Italiana.
A lui è intitolata l’Accademia di Scienze spezzina, naturale erede della Società Lunigianese di Storia Naturale “Giovanni Capellini” fondata con lo scopo di contribuire al progresso delle scienze e promuovere studi e ricerche sulla Lunigiana e regioni limitrofe. A Bologna il Museo Geologico Universitario, da lui profondamente curato e modificato, porta oggi il suo nome.
La mostra Fossilia è stata allestita dai Servizi Culturali del Comune della Spezia, avvalendosi della collaborazione del Museo Archeologico del Castello San Giorgio e dei prestiti della Collezione di Geologia “Museo Giovanni Capellini” dell’Università di Bologna, del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa e del Comune di Lerici con alcuni pezzi del Museo Geopaleontologico chiuso nel 2015.
“In occasione del centenario della morte di Giovanni Capellini, abbiamo deciso di organizzare una mostra per onorare la memoria del nostro illustre cittadino – dichiara il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini – Ognuno di noi incontra Giovanni Capellini quasi tutti i giorni. Chi perché va a scuola in un istituto scolastico dedicato a lui, chi perché passa da via Capellini, chi ai giardini davanti alla sua statua scolpita da Angiolo del Santo, gli è stata intitolata la prestigiosa Accademia Lunigianese di Scienze. L’Amministrazione ha deciso di dedicargli una mostra, convegni e manifestazioni a cui partecipano anche l’Università di Pisa e di Bologna. L’obiettivo che ci siamo posti, in collaborazione con l’Accademia Lunigianese di Scienze, è di far riscoprire Capellini al grande pubblico attraverso un lavoro di sinergia scientifica. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questa mostra, che darà lustro a Giovanni Capellini e alla nostra città nel mondo accademico e non solo. Spero che venga apprezzata soprattutto dalle nuove generazioni e che le scuole portino qui i figli di questa città a riflettere e capire l’importanza della geologia e dell’azione dell’uomo sulla terra e sul nostro territorio”.
“Capellini lo troviamo un po' dappertutto alla Spezia – interviene il Prof. Benelli Presidente dell’Accademia Lunigianese di Scienze - ma è un personaggio poco conosciuto. Potrei dire che è lo spezzino più importante che questa città abbia avuto, non solo perché rappresenta il cuore della Spezia, nacque in una casa poi demolita in Corso Cavour, ma è anche testimone oculare di quello spirito della Spezia degli anni ’30 dell’800, quella ‘prima’ dell’Arsenale. Tre figli, il papà dirigeva la banda, insegnava musica, ma soprattutto fabbricava le pipe. Grazie a questo laboratorio del padre, nasce in lui fin da bambino l’interesse per l’elettromagnetismo, in quella Spezia che aveva poco più di tremila abitanti. Da questo interesse nasce il futuro del giovane Capellini, dove spezzini che ne capiscono il valore richiamano addirittura il Principe di Savoia ad andare a vedere la stanzetta che aveva allestito nel laboratorio in cui il padre costruiva le pipe. E dove incontra Marsili che lo avvia alla geologia. E’ grazie a questo interesse per la disciplina geologica che può mantenersi agli studi, perché sono gli anni in cui scoppia la passione per i fossili: l’avvocato, il farmacista o il dottore sono tutti collezionisti, e lui si arrampica sui monti spezzini che conosce perfettamente per poterli rifornire e arricchire le collezioni di questi professionisti. Il Comune della Spezia, vista la passione e il valore, gli concesse una borsa di studio grazie alla quale poté laurearsi all’Università di Pisa. Una volta laureato fu molto intensa la sua attività scientifica. Organizzò il primo convegno sulla geologia alla Spezia, tracciò la prima Carta geografica fatta con metodi scientifici proprio ritraendo il golfo spezzino. Prima di morire ha voluto l’Istituto dedicato a lui e che è diventata l’Accademia Lunigianese di Scienze ‘Giovanni Capellini’. Era consapevole di che cosa era la Lunigiana storica, sapeva che la cultura doveva avere un respiro diverso. L’aggettivo “lunigianese” collegava lo spirito di quel tempo di Ubaldo Mazzini, Giovanni Sforza, delle grandi iniziative che nascono alla fine dell’800 e primi ‘900, periodo in cui nacque il grande giornale storico della Lunigiana. La mostra dà il senso del riflesso scientifico di Giovanni Capellini, che ha dedicato tutti i giorni della sua vita alla ricerca, che ha prodotto scientificamente documenti fondamentali per gli studenti, gli spezzini, il mondo intero. E’ un nome che rappresenta la cultura italiana di quel periodo e che nasce alla Spezia, in quella cittadina dove poté incontrare Mazzini e i mazziniani che gli aprirono la mente“.
‘Fossilia’ illustra la vita e l’opera di Capellini con particolare riferimento alle sue ricerche in ambito etnografico ed archeologico. I pezzi in esposizione furono tutti collezionati dal grande scienziato e, a seguito di donazioni o vendite, confluirono tutti nelle collezioni del Museo Civico della Spezia: si tratta di manufatti etnografici raccolti in Nord America nel 1863, molto interessanti in quanto prodotti dalle tribù indiane americane prima della loro chiusura nelle riserve, alcuni reperti archeologici di varia provenienza e cronologia, di disegni realizzati dalle truppe napoleoniche all’inizio dell’800.
La mostra si snoda su quattro temi che seguono le passioni di Giovanni Capellini.
“Dall’ira del drago al Golfo dei Poeti. Storia naturale del golfo spezzino”: Capellini è stato il primo a dare senso compiuto alla stratigrafia dei monti spezzini con la Carta geologica dei dintorni del Golfo di Spezia e Val di Magra Inferiore. In questa sezione della mostra sono esposti fossili e reperti provenienti da queste zone.
La seconda sezione “La nostra perduta Africa”: Capellini ha contribuito alla definizione dei popolamenti mammiferi continentali del Terziario superiore e Pleistocene dell’Appennino tosco-emiliano. I reperti esposti mostrano l’origine, la peculiarità e l’estinzione della fauna esotica diffusa nell’Italia centro-settentrionale in quel periodo.
La terza sezione “Sotto gli occhi di Sandrone: la nascita del Mediterraneo” è dedicata alla crisi di salinità del Mediterraneo dove la successione degli eventi è illustrata con fossili (pesci, insetti, filliti, coralli, molluschi) che consentono di illustrare questo evento e la nascita del bacino moderno sulla base delle ipotesi di Capellini.
Infine la quarta sezione “Dal mare terziario al Santuario dei cetacei, la traiettoria evolutiva dei popolamenti mediterranei” è dedicata ai cetacei che hanno affascinato molto il grande scienziato. I suoi studi su balene e delfini fossili hanno permesso di definire la complessa fauna marina del Mediterraneo durante il terziario superiore e i reperti in mostra permettono di seguire il passaggio da questa ricca paleo-fauna a quella attuale e alla costruzione della grande area protetta del Santuario dei Cetacei dell’Alto Tirreno.
L’esposizione è curata da Walter Landini, Mauro Durante, Giacomo Paolicchi e Donatella Alessi. Comprende una sezione storica introduttiva e quattro settori paleontologici. La mostra ha l’obiettivo di fornire un quadro articolato dell’attività paleontologica di Capellini e di contestualizzare i fossili da lui studiati e i luoghi investigati nell’ambito delle ipotesi più recenti sull’origine del bacino Mediterraneo e sull’evoluzione di alcuni organismi sia marini che terrestri.
Per ricordare Giovanni Capellini, oltre alla mostra Fossilia che sarà visitabile fino al 27 novembre, verrà organizzato un Congresso scientifico-storico articolato in tre giornate. La prima giornata è prevista per il 30 settembre presso la sede dell’Accademia Lunigianese di scienze con il Convegno paleontologico “Le faune neogeniche e quaternarie del mediterraneo centrale, i fossili ed i luoghi della ricerca di Giovanni Capellini nel Centenario della sua scomparsa”. Le successive due giornate saranno il 7 e 14 ottobre presso il Castello di Lerici con i Convegni Geologici “Dalla geologia del golfo al Mediterraneo: eredità scientifiche, cartografia geologica e problematiche da Giovanni Capellini ad oggi” e “Ricerche di geomorfologia e geologia applicata sulla traccia dell’attività scientifica di Giovanni Capellini”. Concluderà le commemorazioni il giorno 25 novembre un Convegno Storico sempre presso la sede dell’Accademia Lunigianese di Scienze “Giovanni Capellini Scienziato nell’Italia Unita”.
Per informazioni:
Museo Civico Etnografico “Giovanni Podenzana”
Via del Prione 156, 19121 La Spezia,
tel. 0187/727781 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Orario di Apertura: giovedì 10 – 12.30, venerdì, sabato e domenica 10-12.30 – 16 – 19.