Si è conclusa ieri, domenica 8 agosto, la seconda edizione di ‘Percorsi’, la fortunata rassegna culturale organizzata dal Comune di Santo Stefano Magra che conferma la qualità della sua proposta, registrando a ogni appuntamento serale il tutto esaurito. “Tutto questo non sarebbe stato possibile senza Svar e senza la partecipazione di tutto il nostro Comune – ha dichiarato la sindaca Paola Sisti – Ringrazio Giacomo Loprieno e Emanuela Mazzi di Ad Eventi e Cmd per il piano di sicurezza Covid, oltre a tutti i nostri illustri ospiti”.
Dopo Rampini, Mancuso, Vergassola e Ferrario, nel pomeriggio di ieri il palco di Piazza della Pace è stato calcato da Alberto Pellai e Barbara Tamborini, mentre in Piazza della Chiesa bambini dai 6 ai 10 anni realizzavano uno skyline di case di tutto il mondo sotto la guida dell’associazione Artebambini.
Dall’alto della loro decennale esperienza di stimati e pluripremiati psicoterapeuti dell’età evolutiva, nonché coppia nella vita e genitori di 4 figli, Pellai e Tamborini hanno affrontato insieme allo scrittore spezzino Filippo Lubrano il tema dei figli e della famiglia, luogo per antonomasia delle relazioni. “Fare famiglia oggi sembra non essere più attrattivo come un tempo – ha esordito Pellai – Il 50% degli adolescenti dichiara di non voler diventare genitore e, interrogandoci sul perché, forse la risposta sta nel fatto che come genitori ci vedono consumati, stanchi”. Si conferma così l’idea che l’Italia non sia un Paese per figli. “Fare famiglia nella nostra nazione è veramente faticoso, non ci sono abbastanza sostegni – interviene Tamborini – Ma la colpa non è solo del sistema, o dell’emancipazione femminile piuttosto che un problema di costi. Il problema è molto spesso culturale”. E così arriva un’altra amara conferma: “Siamo diventati la società dell’io, del narcisismo che ha spianato la strada all’idea che si può vivere benissimo da soli”.
Alle 21.30, come ultimo ospite della rassegna, arriva Beppe Severgnini, giornalista tra i più conosciuti e amati in Italia, editorialista del ‘Corriere della Sera’ e collaboratore di Financial Times e The New York Times, nonché grande analista del costume italiano. Intervistato dallo scrittore spezzino Marco Ferrari, ha sviscerato il tema della serata, le 'relazioni nella comunità'.
“Si sta diffondendo in Italia un senso di ritrovata comunità, grazie agli Europei, ai risultati alle Olimpiadi, ma soprattutto alla pandemia che come una guerra, o una carestia ha tirato fuori l’identità di un Paese”. E quale sia la nostra, Severgnini, lo riassume in poche battute “Gli italiani hanno un grande primato, sono imbattibili nell’imprevisto. Siamo molto intuitivi e l’intuizione è una alta forma di intelligenza ma non è sufficiente. Gli italiani che hanno avuto successo all’estero – conclude – sono coloro che hanno mantenuto questa capacità tutta italiana di arrivare in fretta alle conclusioni ma in più si sono dimostrati precisi e affidabili”.