Nasce in Cinque Terre, in un giardino di limoni e di silenzio al margine del sentiero SVA/593 (via Grande) che conduce dal paese di Riomaggiore alle alte vie dell’entroterra e al Santuario della Madonna di Montenero, una galleria all’aperto dedicata alla fotografia. Giardino dei limoni gallery è un luogo che raccoglie progetti espositivi dedicati al linguaggio fotografico e alla promozione di ricerche visive incentrate sul rapporto uomo-natura. L’intenzione è di avviare un cammino di lettura della necessaria associazione e collaborazione con i modi tradizionali di vita e le attività economiche. Di precisare l’incidenza di un sistema integrato di idee, valori e atteggiamenti sulla natura, con le sue leggi e le sue forme. Di tradurre in immagini l’incontro-scontro tra bellezza incontaminata e segni del possesso, tra utilità materiale e ritmi empatici, tra calcolo economico e stili di vita in accordo con l’organismo terrestre. La prima mostra inaugurale propone venticinque opere che danno risalto al ritorno alla terra e alla cura del luogo da parte delle giovani generazioni, ma non solo.
Con l’avvento del turismo in Cinque Terre, a partire dagli anni Ottanta, gli interessi si sono spostati in settori meno faticosi e più redditizi. Già negli anni Sessanta con il boom industriale molti abitanti avevano abbandonato l’agricoltura per lavorare nelle fabbriche e nei trasporti marittimi. Solo gli anziani rimanevano con fatica a cura dei loro poderi. La recente epidemia ha reso questi nuovi settori incerti – le sicurezze di un tempo, mancando il turismo da oltre un anno, sono crollate –. Il ritorno alla terra, per alcuni, è stato un modo per colmare questo vuoto. Questo ha significato un “tornare a scuola”: imparare dagli anziani i valori della solidarietà e del lavoro comunitario dove piedi ben radicati a terra donano il necessario equilibrio per superare le avversità.
Tra le storie raccolte, il reportage racconta l’impegno di Paola Andreoli. Dopo dieci anni vissuti a Barcellona – era impiegata in un’azienda commerciale –, ha deciso di ritornare al paese natale. «Sentiva che le mancava qualcosa, che la sua vita era un po’ come quello che mangiava: i sapori non ci sono, i pomodori non sanno di pomodori, l’olio non sa di olio – ricorda Lorenzo Giglio –. Come se la sua quotidianità fosse omologata e inserita in un contesto che non lasciava spazio alla propria individualità e ai propri tempi. Ritornare, aiutare e imparare il lavoro dal padre Piero è stato, nel suo pensiero, ridare sapore alla sua vita. Un altro bell’esempio di ritorno alla terra è quello della famiglia Bonfiglio con l’azienda vinicola Terra di Bargòn.
Roberto ha lavorato in arsenale alla Spezia e gli altri fratelli sulle navi da crociera. Solo nel 2000 hanno deciso, grazie all’intuizione di Alessandra, moglie di Roberto, che definisce la realizzazione dell’azienda vinicola “il progetto per i nostri sessant’anni”, di dedicarsi tutti alla produzione dello Sciacchetrà, riscoprendo un’arte antica tramandata da generazioni». Tra le immagini si scopre Stefano Tassara, un ragazzo di trent’anni. In seguito al lockdown ha perso il lavoro di cuoco.
Sentendosi smarrito, ha iniziato ad aiutare gli zii nelle terre. Ha ripulito i terrazzamenti e, pian piano, ha creato un suo orto. Tra i protagonisti c’è anche Paolo Angelini. Lavorava nei cantieri navali, ma ha sentito il bisogno di essere libero – non voleva un cartellino da timbrare – e ha intrapreso il lavoro di viticoltore e di manutentore di muretti a secco. Non ha ferie e neanche weekend, ma si sente libero. Chiara Pusceddu e il marito Mattia Darrigo si sono conosciuti a Genova dove lei lavorava in uno studio dentistico e Mattia all’Ilva. Il legame con le Cinque Terre è stato trasmesso da Chiara – i suoi genitori erano originari di Riomaggiore –. La ricerca di un luogo dove poter avere un rapporto con lo spazio e il tempo differente da quello offerto dalla città li ha riportati “a casa”. Mattia e Chiara, oltre a coltivare appezzamenti di terreno e a raccogliere i frutti per il fabbisogno familiare, portano i visitatori nei loro orti e insegnano a cucinare piatti tipici della cucina ligure.
BIO
Non avesse letto Il richiamo della foresta di Jack London, ma un libro di economia, invece di trasferirsi in un rustico raggiungibile esclusivamente a piedi, forse farebbe altro. Diplomato alla Scuola di Fotografia Riccardo Bauer di Milano, Lorenzo Giglio ha iniziato da subito a collaborare con varie agenzie fotogiornalistiche (Farabolafoto, Marka, Granata, Keystone), realizzando commissionati per l’editoria e redazionali per quotidiani e periodici (Corriere della Sera, la Repubblica, La Stampa, Specchio (La Stampa), Oggi, Anna, D - la Repubblica delle Donne).
L’interesse per le nuove tecnologie legate alla comunicazione visiva, oltre a costringerlo a tirare un cavo Adsl di ottocento metri lungo il sentiero che porta al suo studio, gli ha dato l’opportunità di confrontarsi con professionisti in ambito video, dando avvio nel 2010 ad Aroproductions, una piccola agenzia di produzioni video. Questo gli ha permesso di occuparsi, oltre che di fotografia, anche della regia di spot pubblicitari e di video istituzionali per importanti clienti nazionali e esteri.
LORENZO GIGLIO Ritorno alla terra a cura di Giovanni Pelloso inaugurazione sabato 10 luglio 2021 dalle ore 17 alle ore 21 In mostra dall’11 luglio al 3 ottobre 2021 tutti i giorni ore 10.30-19 Con il patrocinio del Comune di Riomaggiore In collaborazione con Doc Creativity Si ringraziano, Fabrizia Pecunia sindaca di Riomaggiore, B&B L'Arcobaleno di Riomaggiore e Bike Communication